Omicidio Diabolik, la falsa identità di Raul Calderon: «Il vero nome è Alejandro Musumeci»

Il pm ha portato in aula la risposta dell’Argentina alla rogatoria sull’identità dell’imputato per il delitto Piscitelli

«Raul Esteban Calderon non esiste, il nome che ha speso è falso, lo ha usato evidentemente in Italia per la sua attività criminosa». In apertura d’udienza il pubblico ministero Mario Palazzi ha parlato della presunta vera identità dell’imputato, accusato di essere il killer di Fabrizio Piscitelli. L’uomo in tenuta da runner che, per la Procura, avrebbe freddato il 7 agosto del 2019 Diabolik con un colpo di pistola in testa. 

Omicidio Diabolik, l'avvocato dell'imputato: «Nessuna rivelazione»

Il pm ha portato in aula la risposta dell’Argentina alla rogatoria sull’identità dell’imputato per il delitto Piscitelli. «Dall’Argentina - spiega Palazzi - la scorsa settimana è arrivata la rogatoria. In questa risposta emerge che il vero nome di Calderon è Gustavo Alejandro Musumeci, nato a Buenos Aires il 30 aprile del 1970», svela il pm.

«Nessuna rivelazione, era un dato già emerso in Corte d’Assise a Frosinone», ha risposto l’avvocato dell’imputato, Eleonora Nicla Moiraghi. «Anche la Bussone - spiega il difensore - ha sostenuto che non fosse sbagliato il cognome, ma il nome Gustavo. Così durante le telefonate lo chiamavano anche i familiari», dichiara la Moiraghi.

«Anche in Argentina era solito utilizzare altri nominativi». Il pm della Dda ricorda che anche Rina Bussone, ex di Calderon e ora collaboratrice di giustizia, aveva accusato l’argentino di aver dato un cognome falso alla figlia.

Il movente e il teste irreperibile

Mancava al processo Fabio Gaudenzi, teste citato dalla Moiraghi, per il quale era stato disposto l’accompagnamento forzato. L’uomo un mese dopo l’omicidio di Diabolik in un video aveva denunciato un contrabbando di oro tra Africa ed Europa come possibile movente dell’esecuzione del capo ultrà della Lazio. Gaudenzi è al momento irreperibile.