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  • Titty Santoriello Indiano

Oltre cento anni di attività, premiate le imprese storiche di Roma

Il «Premio imprese storiche» della Camera di Commercio di Roma è andato al ristorante Alfredo alla Scrofa, alla società di biscotti Gentilini, agli orafi Perali e alla Libreria Editrice Romana Monumenti e Art (L’Erma di Bretschneider).

Premio imprese storiche della Camera di commercio di Roma (La Capitale)  Alfredo alla Scrofa
Premio imprese storiche della Camera di commercio di Roma (La Capitale)

Quattro imprese che lavorano da più di 100 anni nella Capitale sono state premiate dalla Camera di Commercio di Roma, nella suggestiva location del Tempio di Adriano.

Sono attività storiche, giunte alla terza o alla quarta generazione, come il ristorante Alfredo alla Scrofa, la società di biscotti Gentilini, l’orafo Perali e la Libreria Editrice Romana Monumenti e Art (L’Erma di Bretschneider). Attività che, oltre alla propria storia, raccontano anche quella di Roma.


Le imprese ultra centenarie

L’avventura di Gentilini inizia con Pietro che, dopo un viaggio in Sud America, tornando in italia nel 1890 apre un negozio di orzaroli e sementi. Pietro comincia a studiare varie formulazioni di biscotti , poi in via Principe Amedeo apre la sua prima bottega con forno e diventa subito famoso per la produzione degli Osvego.

Da un gesto d’amore nel 1914 sembrerebbe essere nato il Ristorante Alfredo alla Scrofa. Alfredo di Lelio, secondo il racconto dell’attuale titolare, aveva una moglie inappetente. Così creò le «fettuccine Alfredo» per esaudire il suo sogno: far tornare l’appetito alla giovane consorte. E ci riuscì. Il ristorante conserva, a partire dal 1927, circa 100 volumi con le dediche di famosi personaggi come Magnani, Fellini, Loren, Pirandello, ma anche  D’Annunzio, Sorrentino, Fabrizi.

Tra le attività premiate, la famiglia di orafi Perali, giunta alla terza generazione. L'avventura ha inizio nel 1907 con Carlo Perali, esperto orologiaio che insegnò il mestiere a molti giovani. Dal 1955 proseguì l’attività il figlio Paolo fino al 2001, anno in cui la figlia, Cristiana, prese le redini dell’attività di famiglia, occupandosi anche di creazioni orafe nella sede di via dei Banchi Vecchi 60. E’ proprio Cristiana a raccontare uno dei tanti aneddoti dell’impresa artigiana dove le vite e le aziende delle romane e dei romani si intrecciano: «Mio nonno, ad esempio,  ha venduto l’anello di fidanzamento alla moglie di Giovanni Fassi, la storica gelateria romana».

A ricevere il premio anche L’Erma «Libreria Editrice Romana Monumenti e Arte» che è attiva dal 1896 ed è riconosciuta a livello europeo per le pubblicazioni scientifiche di archeologia e storia antica, con 2.500 titoli in catalogo. L’Erma collabora con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con diversi musei, università e istituzioni internazionali, tra cui l’Unesco e oggi affronta la sfida del digitale e dell'intelligenza artificiale.


«Il grande imprenditore riesce a vedere dove normalmente non si vede»

«Alcuni imprenditori, come quelli che abbiamo premiato,  sono dei veri e propri campioni radicati nel territorio», ha commentato il presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti. Anche perché «ognuno di noi sa quanto sia cambiata la nostra città in questi decenni e quindi quante scelte difficili hanno dovuto affrontare queste imprese che sono diventate delle eccellenze». Ma quale è il segreto di un’attività centenaria? «L’opportunismo - risponde Tagliavanti - usiamo, infatti, questa parola con una connotazione negativa, invece opportunismo vuol dire cogliere le opportunità, non fermarsi davanti alle difficoltà perché anche nel momento più duro ci sarà uno spiraglio e il grande imprenditore è quello che riesce a vedere dove normalmente non si vede».


«Coniugare identità e innovazione»

Il «Premio imprese storiche» della Camera di Commercio «conferito alle aziende di Roma è molto importante perché tende a valorizzare le imprese storiche italiane», ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a margine dell’iniziativa. E infatti «la forza del made in Italy  - ha aggiunto - è quella di coniugare al meglio storia e il futuro, identità e innovazione, arte creativa e tecnologia».



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