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Anita Armenise

Occupazioni, il Manara e il Morgagni si uniscono alla lista: «Non staremo in silenzio»

Aggiornamento: 10 dic 2024

«Comprendiamo pienamente la natura conflittuale di questo gesto - scrive in una nota l'assemblea degli occupanti del liceo Morgagni - e proprio per questo lo riteniamo il mezzo di lotta più efficace»

morgagni occupato

Il liceo scientifico Morgagni e il classico Manara sono stati occupati nella notte dell'8 dicembre quasi simultaneamente. Questi istituti si aggiungono alla crescente lista di scuole coinvolte nelle proteste studentesche della capitale, tra cui il liceo Virgilio, ancora occupato, il Visconti, il Montessori, il Rossellini, e precedentemente il Gullace, il Pilo Albertelli, il Cavour, l’Enzo Rossi e il Plinio.


Morgagni e Manara occupati: «Prendiamo in mano il nostro futuro»

Le occupazioni persistono nonostante la ferma opposizione dei dirigenti scolastici, che nei giorni scorsi hanno organizzato un sit-in per denunciare come una minoranza di studenti stia limitando il diritto allo studio degli altri. Una posizione sostenuta anche dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara.

«Comprendiamo pienamente la natura conflittuale di questo gesto - scrive in una nota l'assemblea degli occupanti del liceo Morgagni - e proprio per questo lo riteniamo il mezzo di lotta più efficace. La nostra protesta non nasce dalla volontà di colpevolizzare il corpo docenti o la dirigenza, anzi, speriamo che possano rivedersi nei nostri ideali».


Al centro della protesta la guerra in Palestina e le politiche del governo Meloni. «Questo documento vuole far emergere le contraddizioni dell'attuale governo, attraverso l'analisi approfondita dei temi e le rivendicazioni affrontate di seguito, in risposta al dilagante individualismo, indifferenza e sterilità politica».


«In questo periodo storico, caratterizzato dalla costante repressione di questo governo reazionario e guerrafondaio, nonchè dall'indifferenza della società tutta, noi abbiamo deciso di prendere in mano il nostro futuro. Non staremo in silenzio. La nostra occupazione da sola non basterà a cambiare questo sistema marcio e a risolvere i nostri problemi, sollecitiamo quindi chiunque a mobilitarsi di conseguenza. Le nostre rivendicazioni non sono individuali ma collettive e solo unendoci tutti riusciremo davvero a dare un primo scossone a questo sistema ingiusto», conclude la nota, firmata dall'assemblea degli occupanti.



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