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Redazione La Capitale

Nuovo codice della strada, le associazioni contestano Salvini: «Presto per le valutazioni. Le sue dichiarazioni strumentali»

Provvedimenti come i tagli al finanziamento della sicurezza stradale e alle infrastrutture per la mobilità sostenibile, insieme alle restrizioni contro iniziative come Città30 e l’uso degli autovelox, vengono definiti «un passo indietro» rispetto agli standard internazionali

codice della strada

«Sosteniamo il fact checking in seguito alle dichiarazioni fuorvianti del ministro su una presunta riduzione del 25 per cento della mortalità stradale dopo sole due settimane dall’entrata in vigore della riforma del codice della strada». Le principali associazioni impegnate nella sicurezza stradale e nella mobilità sostenibile, tra cui il Movimento Diritti dei Pedoni Aps, Fiab Onlus e la Fondazione Michele Scarponi Ets, hanno preso una posizione netta contro le dichiarazioni del ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Al centro della polemica, i dati sulla mortalità stradale e la recente riforma del Codice della strada, che, secondo le associazioni, non rispondono alle reali esigenze di sicurezza sulle strade italiane.


Nuovo codice della strada, le associazioni: «Presto per qualunque valutazione»

«Pur essendo presto per qualunque valutazione, sui dati di mortalità stradale non si gioca ed è grave usare evidenze parziali per comodità politica», continua la missiva. L’utilizzo di statistiche non rappresentative, sottolineano le associazioni, è un errore grave, che rischia di minare la credibilità istituzionale e di oscurare l’urgenza del problema. Ogni anno, in Italia, si contano oltre 3mila vittime e 200mila feriti sulle strade: numeri che impongono un monitoraggio accurato e trasparente, non il ricorso a dati parziali per scopi politici.


Quello contro cui le associazioni puntano il dito è una riforma che considerano inefficace e superata. «Non solo le richieste delle vittime ascoltate in audizione sono state ignorate, ma la riforma manca totalmente l’obiettivo di ridurre la velocità e proteggere gli utenti più vulnerabili, come pedoni e ciclisti», spiegano i rappresentanti.


Provvedimenti come i tagli al finanziamento della sicurezza stradale e alle infrastrutture per la mobilità sostenibile, insieme alle restrizioni contro iniziative come Città30 e l’uso degli autovelox, vengono definiti «un passo indietro» rispetto agli standard internazionali. In ambito urbano, dove avviene il 75% delle morti stradali, questi interventi rendono ancora più difficile tutelare la vita delle persone.



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