Muore a Terracina l'ennesimo bracciante. Cgil: «Si faccia chiarezza»
Come emerso dal personale medico e i carabinieri l'uomo è stato colpito da un malore improvviso mentre stava lavorando
![bracciante agricolo](https://static.wixstatic.com/media/743bf2_2bdf3dcc43f14590ad511488689915c2~mv2.jpg/v1/fill/w_980,h_551,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/743bf2_2bdf3dcc43f14590ad511488689915c2~mv2.jpg)
Non accenna a diminuire la tragica lista di incidenti sul lavoro che colpisce la comunità di braccianti agricoli nell'Agro pontino. Ieri l'ennesimo caso ha riguardato un uomo d'origine indiana di 55 anni, morto in un'azienda agricola nelle campagne di Terracina a causa di un malore improvviso mentre era al lavoro.
Nonostante l'uomo risultasse regolarmente assunto e con regolare permesso di soggiorno, le forze dell'ordine sono al lavoro «per verificare se la morte è riconducibile ad un sovraccarico di attività lavorativa», fanno sapere in una nota gli stessi carabinieri. Un dubbio sollevato successivamente anche dalla Cgil di Roma e del Lazio e la Cgil Frosinone Latina, che in una nota congiunta hanno chiesto di «fare chiarezza».
L'appello della Cgil
Per il sindacato, la morte del bracciante si tratta di «un altro tragico evento che allunga la lista delle morti sul lavoro, in una regione che, come ci dicono i dati Inail, è maglia nera nel Paese per infortuni, malattie professionali e decessi».
La nota congiunta delle sedi locali della Cgil continua quindi con un appello diretto alle autorità locali, per «chiedere con forza, in primis alla Regione Lazio, di riprendere il confronto sul territorio, impegnando le istituzioni a tutti i livelli a tenere accesi i riflettori e proseguire nell'azione sinergica di contrasto allo sfruttamento, al caporalato e a ogni forma di illegalità».
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