«Morto me dovete porta' via», un nuovo video celebra la resistenza di Attila al porto crocieristico di Fiumicino
- Redazione La Capitale
- 20 mar
- Tempo di lettura: 2 min
Il cortometraggio di Matteo Bennati racconta un personaggio che ha fatto la storia della comunità attorno al Faro di Fiumicino

Si chiama Attila, al secolo Gianfranco Miconi, e da cinquant'anni vive su uno dei bilancioni presenti sul tratto di costa che da Isola Sacra conduce verso il Faro di Fiumicino. È lui il protagonista del cortometraggio «L'ultima spiaggia», un brevissimo gioiello cinematografico ad opera di Matteo Bennati sulla figura più amata e rispettata tra chi frequenta il porticciolo del faro e la neonata spiaggia dei Bilancioni.
È sempre lui, Attila, la fonte di tutti coloro che si recano in quel tratto di spiaggia per ascoltare la storia di un luogo abbandonato dalle istituzioni per decenni e che ora, invece, rischia di scomparire.
Porto di Fiumicino, l'appello di Attila
Nel breve video Attila torna a raccontare in un percorso a tappe gli ultimi anni di storia dei bilancioni, prima minacciati dalla creazione di un porto turistico. Completamente circondati da una spiaggia nata quando la barriera creata in mare, sulla linea del faro, ha fatto cambiare le correnti marine rendendo quel tratto di costa zona di sedimentazione della sabbia.
L'ultimo smacco, dopo cinquant'anni vissuti a ridosso del porticciolo, nel bilancione tutto blu dove sventolano due Jolly Roger, la creazione di un muro di jersey. Una recinzione di cui non si comprende lo scopo, come denunciato da chi si è mosso, negli ultimi anni, per sostenere la lotta di resistenza di Attila.
Quella che per cinque decenni è stata la sua casa dovrebbe infatti a breve scomparire a causa della volontà delle amministrazioni di agevolare la creazione nella baia in cui affacciano i bilancioni di un porto turistico e crocieristico. Un'operazione che non manca però di storture e problematiche che i comitati, i frequentatori dell'area e lo stesso Attila continuano a denunciare.
«Morto me dovete porta' via» è l'appello che infine Attila rivolge a chi vuole speculare sulla sua casa. Un appello che incarna tutta la forza di volontà con cui Miconi e tanti fiumicinensi si oppongono all'opera del porto crocieristico.
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