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Edoardo Iacolucci

Maxxi, Giuli: «Sempre più istituzioni culturali collaborano con noi»

La collaborazione tra il Maxxi di Roma e Guggenheim di Bilbao per la mostra dedicata al celebre artista Giovanni Anselmo

Dissolvenza, Giovanni Anselmo. Credit: Maxxi
Dissolvenza, Giovanni Anselmo. Credit: Maxxi

«Dopo la grande collettiva Ambienti 1956 - 2010, che proprio in questi giorni ha raggiunto un record di presenze affermandosi come la mostra d’arte del Maxxi più visitata di sempre - commenta Alessandro Giuli, presidente Fondazione Maxxi -, siamo certi che anche questa monografica, dedicata a un artista straordinario come Anselmo, incontrerà l’entusiasmo del nostro pubblico. Proseguiamo la nuova stagione insieme a prestigiose collaborazioni con istituzioni culturali in Italia e nel mondo, che - come il Guggenheim Bilbao in questa occasione - sempre di più scelgono di affiancare il loro nome a quello del Maxxi».


In collaborazione con il Guggenheim di Bilbao, la mostra apre domani 20 giugno, "Giovanni Anselmo. Oltre l’orizzonte". A cura di Gloria Moure, è un focus completo sulla ricerca di Anselmo (Borgofranco d'Ivrea, 1934 – Torino, 2023), e l’ultima da lui progettata prima della sua scomparsa lo scorso dicembre e, per questo motivo, costituisce una parte importante della sua eredità artistica: «Con Anselmo ci rendiamo conto che la condizione umana è uguale alla condizione artistica - osserva la curatrice Moure -, perché gli individui non hanno altra scelta se non ridefinire in continuazione il proprio ambiente, relativizzando e mettendo in discussione le convenzioni stabilite in precedenza».


L'esposizione sarà un viaggio dagli anni Sessanta a oggi per raccontare l’approccio creativo di un artista che ha indagato attivamente e con grande sensibilità le energie, le forze e le dinamiche che governano l’universo


«Concepita come un laboratorio, la mostra offre una lettura dinamica dell’insieme dell’opera di Anselmo, un agire che nello spettatore si traduce in condivisione. Nel porre le opere in rapporto diretto - Francesco Stocchi, direttore artistico del museo -, con l’architettura di Zaha Hadid, la mostra presenta una relazione paesaggistica unica per restituire, usando una terminologia cara all’artista, una “situazione di energia” libera di agire».


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