L'ecomostro di Tor Marancia non diventerà un ospedale di comunità: la Regione dirotta i fondi pubblici
Aggiornamento: 1 giorno fa
L’obiettivo era di trasformare l’edificio in un centro sanitario di prossimità, un servizio necessario e atteso dal quartiere e dall'VIII municipio
Il famoso e controverso ecomostro di Tor Marancia, noto scheletro di cemento che caratterizza la zona, aggiunge un nuovo capitolo alla sua storia travagliata. Costruito nel 1993, l'edificio fu abbandonato poco dopo e doveva essere trasformato in una Casa di Comunità e in un Ospedale di Comunità grazie a un finanziamento di 7milioni di euro, provenienti dal Pnrr. Ma la Regione Lazio ha deciso di destinare questi fondi ad altri progetti, lasciando la struttura nel completo abbandono e degrado che la caratterizza da decenni.
Tor Marancia, la nascita e l'abbandono del progetto
«Il 27 dicembre la notizia è diventata formale con la pubblicazione sul Bollettino regionale», fa sapere Amedeo Chiaccheri, presidente dell'VIII municipio dove sorge lo scheletro. Il piano iniziale prevedeva la riqualificazione della zona di via Cerbara, dove sorge il complesso abbandonato di proprietà dell’Istituto San Michele. L’obiettivo era di trasformare l’edificio in un centro sanitario di prossimità, un servizio necessario e atteso dal quartiere e dall'VIII municipio.
«La Casa della Comunità verrà mantenuta presso l’Asp San Michele ma dell’ospedale di Comunità nessuna notizia formale. E soprattutto nessuna informazione su che destino avrà questa struttura», continua Chiacceri. L’origine della vicenda risale al 1988, quando fu concepito un progetto per una residenza sanitaria assistenziale destinata ad anziani disabili, con soli trentadue posti. I lavori iniziarono nel 1993 grazie a un finanziamento regionale di circa 2miliardi di lire, ma nel 1998 la costruzione fu bloccata a causa di un contenzioso con la ditta edile incaricata. Da quel momento, l'edificio è rimasto incompiuto, diventando un simbolo di spreco, abbandono e deterioramento.
Le speranze disilluse
I lavori di costruzione sono previsti per la conclusione entro agosto, ma nulla cambierà per l’ecomostro. «Iniziamo il nuovo anno aprendo questa vertenza - conclude il presidente - garanzia sui servizi che devono arrivare sul territorio per la sanità di prossimità e una soluzione definitiva sullo scheletro di via Cerbara».
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