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Rebecca Manganaro

Licenziato lo psicologo della Roma: «Grazie, ma non ci serve»

La Roma dice addio a Coates dopo tre settimane, il tecnico impone la sua visione, niente spazio per lo psicologo

 Damian Coates, in panchina durante il match contro il Bologna
Damian Coates, in panchina durante il match contro il Bologna

Dopo appena tre settimane dal suo arrivo, la carriera di Damian Coates alla Roma è già terminata. L’uomo, che avrebbe dovuto allenare la mente dei calciatori giallorossi, non ha avuto nemmeno il tempo di sistemarsi nel suo ufficio dentro Trigoria, e ora rimarrà ricordato solo per una foto. Il volto paonazzo, la panchina vuota, la Roma che perde contro il Bologna, è questa la triste eredità che il preparatore mentale lascia nella capitale.


Il benservito di Ranieri

La decisione di terminare prematuramente la collaborazione con Coates è stata netta e rapida. Non c'è stato spazio per il dialogo o per una valutazione approfondita. In un momento in cui la Roma ha bisogno di rafforzare la sua mentalità, Ranieri ha imposto il suo diktat ai Friedkin, in una mossa che ha spiazzato molti. La motivazione sembra chiara: «Grazie, ma non ci serve». Un concetto ribadito dal nuovo tecnico giallorosso fin dal suo arrivo, quando ha preso in mano le redini della squadra con fermezza, determinato a fare a modo suo.


L'immediata esclusione di Coates dalle dinamiche quotidiane del club ha suscitato perplessità, soprattutto tra chi lo aveva voluto alla Roma. Mark Sertori, head of performance del club, aveva infatti sponsorizzato l’ingresso dell’ex City, convinto che l’apporto di Coates sarebbe stato cruciale per migliorare il mindset dei calciatori. Tuttavia, il progetto si è interrotto quasi subito, con Ranieri che ha imposto il suo «non serve» senza tanti giri di parole. Un’ulteriore conferma di quanto il tecnico romano sia restio ad introdurre figure esterne nel suo staff, pur di mantenere il controllo totale su ogni aspetto tecnico e psicologico della squadra.


L'autonomia di Ranieri

L'episodio segna una nuova fase della gestione Ranieri alla Roma. Il tecnico romano, a dispetto di un curriculum impressionante, ha sempre fatto della gestione diretta della squadra la sua principale carta vincente. Non sorprende che, al momento di prendere una decisione su chi dovesse occuparsi della preparazione mentale, Ranieri abbia scelto di mantenere il controllo assoluto, riservandosi ogni decisione e operando in autonomia, anche se a costo di lasciare spazio a discussioni interne.



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