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Latina, morte Dalvir Sing, bracciante 54enne. Le reazioni di politica e sindacati

Redazione La Capitale

Aggiornamento: 19 ago 2024

Elly Schlein, segretaria del Pd: «Altro bracciante ucciso da sfruttamento,Meloni che fa?» . I sindacati: «Serve una strategia più efficace contro il caporalato e contro lo sfruttamento»

agro

La morte di Dalvir Singh, il bracciante 54enne indiano a Borgo Piave, uno dei tanti borghi agricoli in provincia di Latina, ha fatto riemergere polemiche tra politici del centrosinistra che si sono rivolti con fermezza nei confronti del governo Meloni sulla tematica drammaticamente attuale del capolarato. «Solo un mese fa, dopo quello che è accaduto a Satnam Singh, il governo prometteva che avrebbe contrastato in ogni modo “l'Italia peggiore” quella del caporalato e dello sfruttamento - ha commentato la segretaria del Pd Elly Schlein -. Ieri invece è stato stroncato nei campi a 40 gradi all'ombra Dalvir Sing, 54 anni. Questi non sono incidenti sul lavoro ma sono persone uccise dallo sfruttamento in condizioni di lavoro inumane. La presidente Meloni - domanda Schlein - e il suo governo intendono occuparsene? O continueranno a fare proclami di circostanza solo di fronte all'onda emotiva dei singoli drammatici episodi di cronaca?».

Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, che continua: «Il Pd continuerà a incalzare il governo - sottolinea - e a battersi per dire che servono più risorse per attuare la legge contro il caporalato e lo sfruttamento, per la prevenzione, per creare sistemi di protezione per chi denuncia il caporalato e lo sfruttamento, serve fare molto di più per la sicurezza sul lavoro, per responsabilizzare le aziende e per arginare la piaga della precarietà e della manodopera senza salari dignitosi e senza diritti».


Latina, Pd contro la ministra del Lavoro Calderone: «Serve una strategia efficace»

«Ieri un altro bracciante è morto nelle campagne di Latina. Stroncato da caldo perché nessuno dovrebbe lavorare nei campi a 40 gradi all'ombra. Si chiamava Dalvir Singh e aveva 54 anni. Dunque, non va tutto bene, checchè ne dica la ministra Calderone». Lo scrive in una nota il capogruppo del Pd nella commissione Lavoro della Camera, Arturo Scotto, chiedendo inoltre alla ministra del Lavoro di «riferire al Parlamento lo stato delle politiche di contrasto all'insicurezza sul lavoro nei campi. Non può più sottrarsi come ha fatto in tutti questi mesi».

Scotto continua: «Non basta qualche retata episodica per certificare l'irregolarità di alcune aziende a risolvere questa emergenza nazionale. Serve una strategia più efficace contro il caporalato e contro lo sfruttamento. Quella che manca a un Governo che sta allargando le maglie della precarietà e che continua con una politica di bassi salari e di competizione sfrenata sul costo del lavoro. Non è accettabile che, a due mesi dall'omicidio di Satnam Singh, siamo di nuovo punto e daccapo. Gli spot che durano l'arco di un paio di servizi al Tg vengono purtroppo smentiti dalla realtà che è tragica e ingiusta».


I sindacati sul caso Delvir Singh: «Necessaria vera alleanza tra le forze "serie" che vi operano»

La morte di Dalvir Singh ha scatenato numerose reazioni a cui si aggiungono le voci dei sindacati: «Ancora un'altra morte sui campi dell'Agro pontino: un malore? Un infortunio mortale sul lavoro? Sicuramente è inaccettabile sentire "morte naturale" quando si parla di un uomo morto sul lavoro nel caldo torrido di agosto».

A commentare così la drammatica vicenda è Stefano Morea, segretario generale Flai Cgil di Roma e Lazio, che continua: «Non può sfuggire come anche questa morte, nelle stesse zone in cui è stato fatto morire proprio due mesi fa Satnam, susciti in tutti noi un dolore e una rabbia mai sopiti che si rinnovano prepotentemente, ma anche un allarme continuo per le condizioni di lavoro in cui troppi lavoratori si trovano. Un allarme alla base delle nostre denunce, delle manifestazioni, delle vertenze e dell'attività di Sindacato di strada» continua il sindacalista.


«La morte di Dalvir, in circostanze che nulla hanno a che vedere con quanto accaduto a Satnam, - precisa Stefano Morea -, evidenzia le criticità di un settore, quello agricolo, caratterizzato sì, da un lavoro duro e pesante, ma proprio per questo che deve essere tutelato dai contratti, Ccnl e Cpl, da accordi, leggi e da tutto ciò che possa rendere sempre più strette le maglie in cui vorrebbe passare un lavoro sfruttando, insicuro, privo di diritti, tutele e formazione. In quei due mesi tanti controlli, tanta attenzione mediatica, tanta informazione, tanta solidarietà e voglia di conoscere le reali condizioni di chi lavora nei campi e nelle serre; tutti elementi positivi che però ora devono lasciare la strada a una prassi quotidiana fatta di regolarità e diritti nei rapporti di lavoro».


«Se l'agricoltura - conclude Stefano Morea - è l'economia centrale del nostro territorio c'è bisogno subito di una vera alleanza tra le forze "serie" che vi operano. Un patto che metta in campo il rispetto totale delle leggi esistenti, che porti alle denunce delle aziende irregolari e dei "caporali" che propongono alle aziende veri e propri "pacchetti" di manodopera. Va messo immediatamente al centro il tema della sicurezza sul lavoro e di paghe eque e giuste per tutti. A partire dai rinnovi dei contratti di lavoro, dove bisogna in primo luogo recuperare l'inflazione e poi negoziare aumenti che determinino il reale miglioramento delle condizioni di vita di tutti i lavoratori che vi sono impiegati».

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