Laika scende in strada per Greenpeace: «L’attivismo non si può mettere a tacere» [VIDEO]
- Edoardo Iacolucci
- 9 apr
- Tempo di lettura: 2 min
Una figura femminile che urla al megafono: «Greenpeace will not be silenced», un messaggio forte e diretto, in solidarietà con l’organizzazione ambientalista finita sotto attacco legale negli Stati Uniti

Con un’opera murale collocata nei pressi dell’ambasciata degli Stati Uniti di via Veneto e centinaia di poster sparsi in vari quartieri della Capitale, l’"artivist" Laika torna a far sentire la sua voce.
Al centro dell’intervento visivo una figura femminile che urla al megafono: «Greenpeace will not be silenced», un messaggio forte e diretto, in solidarietà con l’organizzazione ambientalista finita sotto attacco legale negli Stati Uniti.
Laika ha voluto così denunciare l’esito di una causa definita «temeraria e infondata», promossa dalla compagnia Energy Transfer contro Greenpeace Inc, Greenpeace Fund e Greenpeace International. Il 19 marzo scorso, una giuria della Contea di Morton ha ritenuto le organizzazioni responsabili di danni per oltre 660 milioni di dollari, in seguito alle proteste contro il controverso oleodotto Dakota Access.
Secondo Greenpeace, il verdetto rappresenta un gravissimo attacco alla libertà di espressione e un pericoloso precedente per tutte le forme di attivismo.
«Greenpeace è accusata ingiustamente per aver protestato contro un progetto che minaccia l’ambiente e i diritti dei popoli indigeni - ha spiegato Laika -. Questa è una classica Slapp, una causa strategica per intimidire e zittire chi lotta per il clima. Se oggi tocca a Greenpeace, domani potrebbe toccare a tutti noi.»
Le Slapp (Strategic Lawsuit Against Public Participation) sono strumenti legali sempre più utilizzati da multinazionali e grandi aziende per scoraggiare il dissenso e mettere economicamente in ginocchio attivisti, giornalisti e organizzazioni non profit.
In risposta, Greenpeace International ha già annunciato una controffensiva legale nei Paesi Bassi, facendo leva sulla nuova Direttiva europea anti-Slapp. Obiettivo: ottenere un risarcimento per i danni subiti e denunciare le pratiche intimidatorie di Energy Transfer.
Anche in Italia il fenomeno non è nuovo. La compagnia Eni ha avviato negli ultimi anni numerose azioni legali contro media, giornalisti e – più recentemente – organizzazioni della società civile come Greenpeace Italia e ReCommon. Il procedimento contro queste due realtà è atteso in tribunale nei prossimi mesi.
Ieri, proprio Energy Transfer ed ENI sono stati simbolicamente premiati dalla coalizione europea anti-Slapp con i titoli di «International Bully of the Year» e «Slapp Addict of the Year» per l’uso sistematico di questi strumenti giudiziari come forma di intimidazione.
«È un paradosso drammatico: mentre il riscaldamento globale mette a rischio il nostro futuro, chi lotta per contrastarlo viene messo a tacere», ha commentato Simona Abbate, campaigner clima di Greenpeace Italia. «Ma non ci lasceremo intimidire: continueremo a difendere l’ambiente con ancora più forza.»
In un contesto internazionale sempre più ostile verso la società civile – dagli Stati Uniti all’Italia, dove il recente decreto sicurezza ha sollevato forti critiche – la voce degli attivisti come Laika diventa ancora più cruciale. La sua arte è un grido di resistenza:
«Non resteremo in silenzio».