La scuola ebraica «Vittorio Polacco» celebra 100 anni di storia: un viaggio tra passato, presente e futuro
Tra i partecipanti, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il rabbino capo Riccardo Di Segni e il presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun
La scuola ebraica elementare «Vittorio Polacco» festeggia il suo centesimo anniversario, celebrando un secolo di educazione e cultura nel cuore di Roma. Nata il 27 ottobre 1924 in Lungotevere Sanzio, la scuola si è trasferita negli anni Duemila nel quartiere ebraico, dove ogni giorno accoglie centinaia di studenti.
La celebrazione ufficiale si tiene oggi, domenica 24 novembre, con una cerimonia solenne alle ore 11 presso il palazzo della Cultura, in via del Portico d’Ottavia 71. Tra i partecipanti, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il rabbino capo Riccardo Di Segni e il presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun.
Durante l’evento è stata inaugurata una mostra composta da 24 pannelli autoportanti, un percorso espositivo che racconta il cammino della scuola «tra passato, presente e futuro».
Scuola Vittorio Polacco, l'eredità di Milena Pavoncello
Un ruolo centrale nell’organizzazione della celebrazione è stato svolto da Milena Pavoncello, storica direttrice della scuola, recentemente andata in pensione. Pavoncello, in collaborazione con il Centro di Cultura Ebraica, ha contribuito alla raccolta e alla valorizzazione del materiale d’archivio della scuola e della Comunità. «Grazie alla sua memoria e al suo impegno, è stato possibile ricostruire molti elementi di questa lunga storia», ha dichiarato Giorgia Calò, direttrice del Centro di Cultura Ebraica, affiancata da Micol Temin.
L’organizzazione degli eventi ha coinvolto anche la nuova direttrice della scuola, Roberta Spizzichino, sottolineando l’importanza della continuità. «Ricordiamo il passato, ma guardiamo al futuro con entusiasmo, lavorando per garantire alle nuove generazioni un’educazione di qualità e valori solidi», ha aggiunto Calò.
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