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La mostra «I Farnese nella Roma del Cinquecento» ai Musei Capitolini è un viaggio nel Rinascimento

  • Edoardo Iacolucci
  • 11 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

Mostra «I Farnese nella Roma del Cinquecento» ai Musei Capitolini: un viaggio nel Rinascimento. Dall’11 febbraio al 18 maggio 2025 a Villa Caffarelli - Musei Capitolini

farnese
Afrodite Callipigia, Ritratto di Papa Paolo III, Ganimede

Dall’11 febbraio al 18 maggio 2025, i Musei Capitolini ospitano una delle mostre più attese dell'anno: I Farnese nella Roma del Cinquecento. Origini e fortuna di una Collezione. Un’esposizione che riunisce oltre 140 capolavori tra sculture antiche, dipinti, manoscritti e gioielli provenienti da prestigiose istituzioni nazionali e internazionali.


Un evento imperdibile per gli amanti dell’arte e della storia

La mostra, curata da Claudio Parisi Presicce e Chiara Rabbi Bernard, racconta il momento di massimo splendore della Collezione Farnese, una delle più straordinarie raccolte d’arte del Rinascimento.


Un progetto scientifico di alto valore e di grande rilevanza nell’ambito dell’anno giubilare racconta la Collezione Farnese ricostruendo il momento del suo massimo splendore, dai primi decenni del XVI secolo all’inizio del XVII.


Attraverso un percorso espositivo suddiviso in dodici sale, i visitatori potranno immergersi nell’arte e nella storia dei Farnese, tra Roma e il loro straordinario collezionismo.

Le opere in mostra sono la Madonna del Divino Amore di Raffaello il Ritratto di Papa Paolo III con il camauro di Tiziano, Cristo e la Cananea di Annibale Carracci, Guarigione del cieco nato di El Greco, Ercole Farnese e Toro Farnese dal Museo Archeologico di Napoli, Testamento del Gran Cardinale Alessandro Farnese.


Un viaggio nella Roma del Rinascimento e dei Farnese

La Collezione Farnese, iniziata da Papa Paolo III e ampliata dai suoi nipoti, rappresentò uno dei più grandi tesori artistici della Roma rinascimentale.


Servì infatti a legittimarla come promotrice di una nuova Roma, in grado di riportare in vita la maestosità antica attraverso la cultura e le arti e, al contempo, a dare lustro alla figura di Papa Paolo III rafforzando il suo pontificato.


Il percorso espositivo racconta il suo sviluppo nel contesto della grande trasformazione urbanistica della Capitale nel XVI secolo, con la riorganizzazione del Campidoglio affidata a Michelangelo e l’arrivo di sculture monumentali come la statua di Marco Aurelio.


Nella prima metà del XVI secolo, la nascita e soprattutto lo sviluppo della Collezione avvengono in un particolare contesto: la profonda e rapida trasformazione urbanistica di Roma, voluta e promossa da Papa Paolo III, dopo il tragico Sacco di Roma del 1527.


Un'esperienza culturale accessibile a tutti

Per favorire l’accesso alla mostra, il Comune di Roma prevede mezzi pubblici gratuiti per chi proviene dalle periferie.

«La nostra intenzione - spiega Massimiliano Smeriglio, assessore alla Cultura - è di mettere tutti e tutte nelle condizioni di fruire della bellezza e del sapere, che sono un tassello della nostra identità, e faremo in modo di avvicinare anche chi abita nelle zone più distanti dal Centro Storico con un servizio di mezzi pubblici gratuiti, il più possibile capillare, che dalle periferie e dai quartieri più defilati muova verso il cuore della città, perché tutti abbiano l’opportunità di frequentare mostre prestigiose come questa, e tutti gli altri eventi culturali».

Musei e istituzioni partecipanti

L’evento è reso possibile grazie alla collaborazione di importanti musei italiani e internazionali, tra cui Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Gallerie degli Uffizi e Museo Nazionale del Bargello (Firenze), Galleria Borghese e Gallerie Nazionali d’Arte Antica (Roma), Museo del Louvre (Parigi), Royal Collection Trust, Morgan Library (New York) I maggiori contributi sono giunti da Napoli, città che custodisce nel Museo Archeologico Nazionale, nel Museo e Real Bosco di Capodimonte e nella Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III numerose opere appartenute alla Collezione Farnese. Altrettanto preziosa la collaborazione degli altri enti prestatori.


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