La madre di Desirée Mariottini:«Mia figlia poteva essere salvata». I municipi di Roma contro la violenza sulle donne
Una pietra dedicata a Desirée Mariottini. Una corona in ricordo di Sara di Pietrantonio. Simboli di una giornata che tutti i territori di Roma hanno dedicato alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Commemorazioni, Convegni, panchine rosse, mostre, iniziative che hanno coinvolto soprattutto i più giovani
Una pietra dedicata a Desirée Mariottini, la ragazza drogata, violentata e uccisa nel 2018 in uno stabile abbandonato a San Lorenzo. Una corona in ricordo di Sara di Pietrantonio, ammazzata e bruciata dall’ex nel 2016 in via della Magliana. Simboli di una giornata che tutti i territori di Roma hanno dedicato alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Commemorazioni, Convegni, panchine rosse, mostre, iniziative che hanno coinvolto soprattutto i più giovani.
La madre di Desirée:«Tu non voltarti»
«Desirée Mariottini, quella notte è sceso il buio dell’indifferenza, tu non voltarti». E’ il testo della pietra apposta sullo spartitraffico di piazza dei Campani realizzata dallo scultore Otello Scatolini in collaborazione con l’Asp Asilo Savoia e il II municipio. «La frase incisa parla di quel maledetto giorno dove oltre alla violenza è sceso il buio dell’indifferenza», ha detto Barbara Mariottini, madre di Desirée che, per l’emozione, ha voluto leggere un pensiero: «Mia figlia poteva essere salvata invece è stata lasciata morire dopo tante ore di agonia. Per tutte le persone che passeranno e vedranno la pietra, oltre a ricordarsi di lei, potranno leggere un messaggio rivolto a loro che è “tu non voltarti“ perché ognuno di noi può fare la differenza, basta essere attenti e sensibili con chiunque sia in difficoltà e aiutarlo».
Il flash mob delle studentesse e degli studenti:«No violenza»
Per sensibilizzare i bambini e le bambine delle scuole di San Lorenzo, la mattinata è proseguita con un flash mob creativo contro la violenza sulle donne coordinato dall’associazione Happy coaching. Per l’occasione è stata presentata l’opera partecipativa «Albero delle identità» realizzata dagli studenti insieme alla cittadinanza e ai passanti che rimarrà impressa sul muro di piazza dell’Immacolata e che costituisce l’approdo di un anno di lavoro di educazione proprio sul tema della violenza. Un progetto a cura dell’assessorato alle politiche educative guidato dall’assessora Paola Rossi. «Le case per l’inserimento lavorativo per le donne vittime di violenza e le iniziative quotidiane di welfare sono azioni fondamentali ma non bastano a sconfiggere un fenomeno insito nella nostra cultura ancora profondamente patriarcale», ha commentato la presidente del municipio Francesca Del Bello. «Ecco perché - ha continuato - gli eventi che quest’anno abbiamo organizzato per il 25 novembre vedono come protagonisti le bambine e i bambini per agire in primis sull’educazione di chi si sta formando. Insieme a loro hanno partecipato le cittadine e i cittadini al fine di condividere il sentimento di vicinanza a tutte le donne che hanno subito violenza e per continuare una battaglia che ci vede tutte e tutti coinvolti», ha concluso De Bello.
Il murales «Amami e basta» con Hermoso e le calciatrice dell'As Roma
A Monti Tiburtini, alla fermata della metropolitana, è stato scoperto il Murales «Amami e basta». L’opera, delle studentesse e degli studenti del Liceo Enzo Rossi, insieme all’artista Lucamaleonte, è stata realizzata in collaborazione con il IV municipio e la As Roma. Tra i partecipanti le calciatrici della primavera femminile Sara Zappettini e Martina Viesti e il difensore Mario Hermoso che ha ricordato di essere lì in rappresentanza della squadra ma anche come papà di due bambine. «Mettiamoci pancia a terra e lavoriamo tutti insieme», ha dichiarato il presidente del IV municipio Massimiliano Umberti rivolgendosi agli uomini: E’ ora di finirla - ha aggiunto - non possiamo trovarci tutti gli anni il 25 novembre a commemorare le vittime», ha aggiunto. «Solo con la condivisione si può superare la violenza di genere», ha continuato l’assessora alla scuola Annarita Leobruni ricordando che «c’è ancora una cultura patriarcale che dobbiamo combattere».
«Sono stata vittima di molestie, bisogna parlarne»
«Sono stata vittima di molestie a partire dall'età di otto anni», ha raccontato Enrica, una studentessa che ha contribuito alla realizzazione del murales. «Anche per questo - ha aggiunto - mi sono sentita coinvolta in questo progetto, per invogliare le persone a parlarne. Io non ne ho mai parlato fino all'anno scorso quando ho capito che nascondendo questa realtà diventi parte del problema», ha concluso Enrica. «Il murales rappresenta la speranza che vogliamo dare a tutte le donne che hanno vissuto o che vivono un episodio o un contesto di violenza affinché riescano ad andare avanti e affinché la società possa superare questo grande ostacolo», ha commentato Sara la studentessa che ha progettato l'opera.
Iniziative e panchine rosse
«Com’eri vestita?» È il tema del convegno contro la violenza sulle donne che si è tenuto alla ex fabbrica Campari nel XIII municipio. «E’ importante che l’attenzione su questo tema non sia concentrata solo sul 25 novembre ma che la sensibilizzazione sia costante», ha dichiarato la presidente Sabrina Giuseppetti alla platea degli studenti e delle studentesse che ha annunciato anche il flash mobilità di sabato prossimo alle 15.30 alla metro di Valle Aurelia. Il presidente dell’XI municipio Gianluca Lanzi ha, invece, deposto una corona in ricordo di Sara Di Pietrantonio insieme alla mamma Tina.
Al parco Achille Grandi nel V municipio il presidente Mauro Caliste ha partecipato ad un momento di ricordo insieme alla famiglia di Nicole Lelli, vittima di femminicidio davanti alla pietra in suo onore. Molte le panchine rosse installate come simbolo contro la violenza di genere, tra queste al XV municipio quella a Ponte Milvio o al IX municipio quella piazza Gianni Rodani.
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