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Edoardo Iacolucci

«L'unica vera nostalgia che ho», l'opera di Andrea Gandini a corso Trieste

I ragazzi del locale «Angolo Trieste» hanno voluto qui l'opera di Gandini, per riqualificare l'area verde di piazza Trento e per fare «un regalo al quartiere»

«L'unica vera nostalgia che ho» l'opera di Andrea Gandini a piazza Trento
«L'unica vera nostalgia che ho» l'opera di Andrea Gandini a corso Trieste (La Capitale)

«Padri stanchi tornano a casa dal lavoro in moto. È quasi buio, soltanto luci verdi e rosse ed arancioni e gialle. E sotto gli alberi non fanno luce neanche quelle». Così inizia Corso Trieste, celebre brano de I Cani, la band di Niccolò Contessa, e qui nell'arteria principale del quartiere uno di questi alberi non c'è più. Abbattuto, con il tronco ormai arrivato alla fine ciclo.


L'artista Andrea Gandini sta scolpendo qui la sua opera, come fa da circa un decennio: «L'operazione sui tronchi è un'operazione che ho fatto su tutta Roma - spiega lo street artist -, adesso saranno circa una settantina. Si tratta di rivalutare quello che a tutti gli effetti un individuo - osserva Andrea Gandini -. Quindi un albero, che può essere sia maschio che femmina, e raggiungere età che gli umani non possono raggiungere. Dandogli un volto, delle sembianze umane, è più facile per uno spettatore riconoscerlo come un individuo, come un essere vivente: questo è  più o meno il concetto alla base di tutti i miei lavori».

gandini

Oltre ai tanti ragazzi qui per l'inaugurazione, infatti, sono molti i passanti che si fermano incuriositi da quel tronco con un volto, anzi due. Così come dal lavoro attento di intaglio. Adesso, dalla motosega dei giorni precedenti, si è passati ad un lavoro più preciso, con piccoli scalpellini per le rifiniture certosine. A divertirsi sono anche molti bambini che passano di lì, a piazza Trento, tornando nelle loro case, accompagnati dai genitori o dalle loro tate. Tre di loro prendono le lucine colorate e si divertono a cambiarne il colore mentre Gandini completa la scultura.


L'opera è stata commissionata da «Angolo Trieste», un locale di piazza Trento, gestito da ragazzi che si danno da fare anche per rivitalizzare gli spazi del quartiere, che tra università e molti giovani, manca di punti di aggregazione: «Siamo qui all'inaugurazione della dell'opera di di Andrea Gandini - spiega Giorgio Labrinopoulos, di «Angolo Trieste» -, che abbiamo chiamato per questo progetto di riqualifica di piazza Trento, e in particolare di questo giardinetto che abbiamo di fronte a noi. Ora tanti ragazzi ogni giorno possono usufruire di questo spazio».


angolo trieste
Giorgio Labrinopoulos

«Quest'opera - continua Giorgio -, è un regalo per il quartiere. Rappresenta due persone che si sfiorano ed evocano proprio l'amore, un amore passato, adolescenziale, che ricorda momenti ed emozioni di ragazzi, come siamo stanti noi proprio in questo quartiere. Per questo la frase della canzone de "I Cani" ci sembrava una sintesi perfetta per raccontare questa sensazione».


Due ragazzi che si sfiorano con le labbra è infatti l'opera ormai completata, poco dopo il tramonto. I due volti scolpiti con i loro corpi formano un cuore. Sopra i cerchi concentrici che segnano l'eta del tronco è scolpito il mantra della canzone, ripetuto da Contessa, e accompagnato dalle chitarre dei Gazebo Penguins, inciso adesso da Andrea Gandini: «L'unica vera nostalgia che ho».

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