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L'edilizia non attira i giovani: nel Lazio solo il 12% degli operai ha meno di 30 anni

  • Immagine del redattore: Anita Armenise
    Anita Armenise
  • 8 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

In parallelo, è in crescita il numero dei lavoratori immigrati, che rappresentano oggi il 43,7 per cento della forza lavoro edile del Lazio (31.278 su 71.467). A Roma, questa quota supera il 50 per cento (22.226 su 43.412)

cantiere edile

Il settore dell’edilizia nel Lazio sta vivendo una stagione prospera, spinto dall’impulso generato dai cantieri del Giubileo e dai fondi del Pnrr. Ma i giovani nei cantieri non ci vogliono andare. Nella regione, secondo le casse edili provinciali e Edilcassa Lazio, si registra una netta ripresa, con numeri in aumento sia sul fronte occupazionale che su quello imprenditoriale. Ma nonostante la vitalità del comparto, l’edilizia nel Lazio fatica ad attrarre le nuove generazioni.


Roma motore dell’edilizia regionale

Solo il 12 per cento dei 71.467 lavoratori iscritti alle casse edili delle cinque province ha meno di 30 anni. Il mestiere, oggi trasformato dalla tecnologia, dall’innovazione e dalla digitalizzazione, continua ad avere un’immagine ancorata al passato. Per invertire la rotta, secondo la Filca Cisl di Roma e Lazio, serve un'azione incisiva di «orientamento e formazione. Bisogna andare nelle scuole e far avvicinare i giovani al settore delle costruzioni spiegando loro che il mestiere è cambiato», scrivono dal sindacato.


In ogni caso il cuore pulsante dell’edilizia laziale resta Roma. Negli ultimi due anni, i lavoratori iscritti alla Cassa Edile della Capitale sono cresciuti da 32.974 a 43.412, con un incremento del 31 per cento. Anche le imprese attive sono passate da 8.924 a 9.176. La massa salari è aumentata di oltre 68 milioni di euro, passando da 470 a 538 milioni.


Una criticità strutturale riguarda la qualificazione dei lavoratori: quasi 30mila operai risultano classificati come operai comuni, il livello più basso. Le percentuali sono elevate ovunque: 48 per cento a Latina, 45 per cento a Roma, 44 per cento a Frosinone e 42 per cento a Viterbo e Rieti. Una fotografia che segnala la perdita di manodopera specializzata, una conseguenza della lunga crisi iniziata nel 2008.


In crescita i lavoratori stranieri: a Roma sono la metà

In parallelo, è in crescita il numero dei lavoratori immigrati, che rappresentano oggi il 43,7 per cento della forza lavoro edile del Lazio (31.278 su 71.467). A Roma, questa quota supera il 50 per cento (22.226 su 43.412), mentre nelle altre province si registrano numeri importanti: 2.557 a Frosinone, 2.385 a Latina, 2.342 a Rieti e 1.768 a Viterbo. In particolare, negli ultimi due anni, si è assistito a un aumento significativo di lavoratori provenienti dall’Africa, in particolare da Egitto e Tunisia, ma anche dal Gambia, Senegal, Marocco e Nigeria. Un fenomeno che richiede politiche inclusive, formazione linguistica e culturale, e maggiore attenzione alla comunicazione per la sicurezza in cantiere.





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