Incendio Monte Mario, in crescita i valori di diossina nell'aria
La prima rilevazione fa riferimento all'1 e al 2 agosto, la seconda al 3 e al 4: a distanza di poche ore la concentrazione di diossina nell'aria è quasi raddoppiata
Da 0,56 a 1 pg/m3. Così è cresciuto il valore di diossina presente nell'aria di Monte Mario nei giorni dopo l'incendio del 31 luglio, secondo i risultati del monitoraggio condotto da Arpa Lazio. La prima rilevazione fa riferimento all'1 e al 2 agosto, la seconda al 3 e al 4: significa che a distanza di poche ore la concentrazione della sostanza inquinante è quasi raddoppiata. Va specificato, a questo proposito, che non non esiste un riferimento normativo preciso per quanto riguarda i limiti di diossina nell'aria.
Tuttavia un documento dell'Oms (l'Organizzazione mondiale della salute) «stima concentrazioni di tossicità equivalente di diossine e furani in ambiente urbani pari a circa 0,1 pg/m3, anche se è elevata la variabilità da zona a zona, mentre concentrazioni superiori a 0,3 pg/m3 indicano la presenza di una fonte di emissione localizzata, ovvero significano che l'incendio ha effettivamente generato diossina». Dunque, fino a sabato scorso, il numero era più di tre volte superiore alle indicazioni dell'Oms.
Nulla a che vedere con la situazione di Ponte Mammolo dopo l'incendio divampato lo scorso 28 luglio, dove le diossine registrate tra il 29 e il 30 erano 306 volte superiori ai limiti. Eppure il dato è rilevante dal momento che nel giorno seguente al rogo il Centro operativo comunale, dopo un vertice in Campidoglio, aveva escluso qualsiasi «rischio di tossicità», essendo stato l’incendio «essenzialmente boschivo».
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