Inaugurata la nuova piazza San Giovanni, pronta per ospitare il concerto del primo maggio. Segnalini: «Ecco il libretto d'uso per evitare danni»
La nuova piazza di San Giovanni in Laterano, ufficialmente inaugurata nella serata di giovedì 27 marzo dopo la parziale apertura al pubblico dello scorso 28 dicembre in previsione dell'apertura della Porta Santa

Dodici fontane a raso con illuminazione e giochi d'acqua, duemila metri quadri di aiuole, 320 mila sampietrini e 80 mila lastre di pietra. È la nuova piazza di San Giovanni in Laterano, ufficialmente inaugurata nella serata di giovedì 27 marzo dopo la parziale apertura al pubblico dello scorso 28 dicembre in previsione dell'apertura della Porta Santa. Ora gli interventi, finanziati con 15 milioni di euro di fondi giubilari, sono stati completati al 100 per cento e i 15 mila metri quadri complessivi di piazzale (ampio «come due campi da calcio», ha specificato il sindaco Roberto Gualtieri) possono essere fruiti da cittadini, turisti e pellegrini.
La storia del cantiere

Il cantiere era iniziato ad aprile 2024. C'era stata la bonifica dagli ordigni bellici, poi l’indagine archeologica e infine, a giugno, la scoperta di alcuni reperti archeologici. In particolare strutture murarie riconducibili al patriarchio, prima sede papale della storia, successivamente protetto e ricoperto in accordo con la Soprintendenza dopo la documentazione effettuata dagli archeologi. «Un ritrovamento archeologicamente importantissimo», ha sottolineato il sindaco, che tuttavia ha comportato una sosta di tre mesi nelle operazioni (96 giorni nello specifico). «Abbiamo impiegato un anno, come previsto ma i lavori in realtà sono iniziati a luglio quindi abbiamo finito in soli nove mesi. Nove mesi per 15 milioni di euro - ha raccontato a La Capitale l’assessora capitolina ai Lavori pubblici Ornella Segnalini - vuol dire un po' più di un milione e mezzo al mese di produttività, che è veramente tanto».
Un lavoro complesso, durante il quale sono stati installati sotto la piazza duemila metri di tubi per l’acqua, 1400 metri di tubi termoplastici. Sono presenti anche tre vasche di accumulo per il ricircolo e il riuso dell’acqua. «È stato faticoso - ha continuato l'assessora - ma è anche una grande soddisfazione vedere questa bellissima piazza rigenerata. Io già immagino tanti bambini che giocano nelle fontane, gli adulti che vengono a refrigerarsi e immagino la bellezza dei turisti che ammireranno la basilica ma anche questa piazza ormai finita. Siamo molto soddisfatti, è stato uno dei sei progetti più iconici del Giubileo».
L'inaugurazione della nuova piazza San Giovanni

In occasione della cerimonia, il primo cittadino e l’assessora Segnalini hanno acceso le nuove fontane: zampilleranno dalle 8 del mattino alle 24, mentre dalle 24 alle 8 l'acqua ferma creerà uno specchio d’acqua in cui si riflette la prima delle quattro basiliche papali maggiori e la più antica di Roma. All’inaugurazione hanno partecipato il cardinale vicario della Diocesi di Roma Baldassarre Reina, la Soprintendente speciale di Roma Daniela Porro e i tecnici del dipartimento Infrastrutture e Lavori pubblici (Dilp) che ha curato i lavori, su progetto di OneWorks.
Il libretto d'uso della piazza per i grandi eventi
Tutto è dunque pronto per ospitare il concertone del primo maggio, che quest'anno torna nella sua storica location dopo anni al Circo Massimo. «Abbiamo fornito un libretto d'uso, cioè come si utilizza la piazza in occasione di grandi eventi come quelli». Ma cosa prevede? «Per esempio di coprire le fontane con un particolare tessuto in modo che non si rovinino, inoltre non sarà possibile calpestare l'erba con i mezzi pesanti. Sono specificati particolari accessi per i mezzi pesanti, che non possono transitare né sulle fontane né sulla parte bianca di pietra», ha elencato Segnalini. E infine ha specificato Gualtieri: «Gli eventi organizzati in piazza San Giovanni saranno pochi naturalmente, ma quando ci saranno dovranno rispettare le regole. Nel resto dell'anno il piazzale sarà tutti i giorni a disposizione di tutti. Chiunque potrà godersi questo spazio che era un po' abbandonato, non all'altezza del luogo straordinario in cui si trova».
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