In vendita le case Ater: il primo incontro è «deludente» e monta la protesta, i presidenti di municipio: «Intervenga subito la regione»
- Titty Santoriello Indiano
- 15 ore fa
- Tempo di lettura: 4 min
Nella giornata di lunedì una delegazione di inquilini è stata audita dall' azienda per l'Edilizia residenziale pubblica di Roma che ha confermato la volontà di vendere gli appartamenti. Ma chi vive in queste case da decenni, per la maggior parte dei casi, non può permetterselo e rischia lo sfratto. Oggi ne discute il consiglio del XII municipio mentre in aula Giulio Cesare è stata depositata una mozione sulla questione. Il 5 maggio la protesta si sposterà in regione

Sono partiti dalle loro abitazioni di via Pincherle 153 e 169 e di via dei Colli Portuensi 187 e si sono dati appuntamento a Lungotevere Tor di nona, davanti alla sede dell'Ater dove una loro delegazione ha avuto un'audizione con l'azienda per l'Edilizia residenziale pubblica di Roma. Tra loro, come ha documentato La Capitale nei giorni scorsi, ci sono persone anziane, malate e disabili che, nonostante l'età e le difficoltà, hanno avviato una vertenza per salvare dalla vendita le case in cui vivono da decenni.

«Incontro deludente»
Ad accompagnare gli inquilini all'appuntamento c'erano anche i presidenti dei due municipi coinvolti. «Purtroppo, non ci sono state rassicurazioni da parte di Ater che tratta la vicenda dell'alienazione di queste case come un'azienda privata, calpestando il diritto all'abitare», ha fatto sapere il presidente del XII municipio Elio Tomassetti che ha aggiunto: «Noi siamo convinti, invece, che Ater non debba assolutamente tradire la sua funzione sociale, e che la regione Lazio debba dare chiari indirizzi politici in questo senso».
E' concorde il presidente dell'VIII municipio Amedeo Ciaccheri: «Il primo appuntamento è stato deludente - ha confermato Ciaccheri - per ragioni burocratiche e ragionieristiche che non vogliono tenere conto della missione pubblica che l'Ater deve saper garantire» e che raccontano «della mancanza di responsabilità della regione Lazio nei confronti di queste famiglie che da 17 anni attendono un contratto di locazione».

Da quanto si apprende, infatti, l'Ater, nel corso dell'incontro, ha confermato l'intenzione di vendere gli appartamenti all'asta qualora gli attuali inquilini non procederanno all'acquisto, rimandando ogni responsabilità alla Regione Lazio.
La mobilitazione continua: il consiglio del XII municipio e l'appuntamento in regione il 5 maggio
Dopo aver avviato la diffida nei confronti di Ater per bloccare la vendita degli appartamenti sia a via Pincherle che a via di Colli Portuensi e in seguito all'incontro di ieri che non ha prodotti risultati, oggi 29 aprile la protesta continua a XII municipio con un consiglio straordinario proprio sulla questione. La mobilitazione proseguirà in questo quadrante per tutta la settimana fino al 5 maggio. E' questa la data della commissione Urbanistica regionale durante la quale dovrebbe essere audita una delegazione degli inquilini che, nell'impossibilità di acquistare la casa, rischiano lo sfratto.
«Per tornare indietro rispetto alle lettere minatorie inviate, l'Ater ha bisogno di indicazioni chiare dalla Regione».

Questa è stata la risposta dell'azienda durante l'incontro di lunedì, come ha riportato il responsabile dell'ufficio di scopo capitolino Giubileo delle persone e della partecipazione, Andrea Catarci. «C'e' qualcuno che è disposto a dare queste indicazioni e chiudere qui quest'inquietante e cinica questione o il Presidente Rocca, la giunta e la maggioranza di centro destra intendono avallare la decisione di sbattere per strada persone con etaà che va dai 65 ai 96 anni che hanno sempre pagato gli affitti richiesti?», domanda Catarci. «Il 5 maggio - aggiunge - glielo andremo a chiedere direttamente a via della Pisana, all'audizione richiesta dai consiglieri regionali d'opposizione».
Ater vuole vendere, gli inquilini non possono acquistare
La lettera con cui l’Ater ha annunciato la volontà di vendere gli appartamenti è del 18 marzo. Se gli inquilini non avranno la possibilità di acquistare, la casa dove vivono da decenni verrà messa all’asta.
Molte persone che abitano questi appartamenti sono anziane con gravi patologie, con un solo reddito in famiglia e talvolta pensioni minime. Una di loro è un malato terminale, un’altra, la signora Paola, ha ammesso di aver pensato al suicidio, tanti hanno accusato dei malori al ricevimento della lettera.
L’ater aveva acquistato gli immobili nel 2009 salvandoli dalla speculazione e ora, come aveva spiegato a La Capitale, intende venderli per ragioni legate al suo risanamento economico-finanziario.
Gli attuali inquilini godrebbero del diritto di prelazione e comprerebbero al 20 per cento in meno rispetto al costo di mercato (tra i 155 e i 230mila euro) ma per la maggior parte di loro questa è un'opzione impossibile. Inoltre a via Pincherle «solo sette famiglie hanno il contratto d’affitto», ha detto Antonio, uno dei portavoce della protesta. Questo significa che, qualora gli appartamenti fossero acquistati da nuovi proprietari, chi abita ora le case non avrebbe alcun diritto e finirebbe sotto sfratto.

La mozione in Campidoglio
Della questione si sta occupando anche l'aula Giulio Cesare. «Oggi abbiamo depositato insieme alla consigliera Michela Cicculli (Sce) una mozione per chiedere la salvaguardia degli inquilini e l'istituzione di un tavolo di confronto interistituzionale per la gestione della crisi e per l'individuazione delle iniziative più adeguate alla salvaguardia delle famiglie, al fine di regolarizzarne la situazione abitativa attraverso le risorse e gli strumenti amministrativi a
disposizione di tutti gli attori coinvolti», hanno annunciato la capogruppo del partito Democratico in Campidoglio Valeria Baglio e il presidente della commissione capitolina Patrimonio, Yuri Trombetti confermando la loro presenza all'incontro in regione del 5 maggio: «Saremo in via della Pisana per rappresentare i cittadini, difenderne i diritti e sostenere un'azione immediata», hanno anticipato. «Chiediamo alla regione Lazio di intervenire con urgenza, per tutelare il diritto alla casa e avviare un confronto istituzionale serio, costruttivo e rispettoso della dignità di tutti», hanno concluso i consiglieri.