Il sindaco Gualtieri «spara» dal Gianicolo: rinnovato l'accordo con l'Esercito per la cannonata delle 12
La tradizione dello sparo di cannone alle 12 in punto è stato istituito il primo dicembre del 1847 per volere di papa Pio IX con l'obiettivo di avere un segnale ufficiale per sincronizzare le campane delle chiese

Al pari dell'«urlo della folla in uno stadio» e delle «cicale a luglio in un campeggio», come cantano Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè, «il cannone del Gianicolo di mezzogiorno» è uno di quei rumori che fanno parte della quotidianità dei romani. E continuerà a farlo. Nella mattinata di lunedì 17 marzo, infatti, il sindaco Roberto Gualtieri e il generale Gianpaolo Mirra hanno firmato il mandato a procedere al rinnovo dell'accordo tra il Campidoglio e il comando delle Forze operative terrestri per il servizio di segnale orario.
La nascita della cannonata delle 12

La tradizione dello sparo di cannone alle 12 in punto è stato istituito il primo dicembre del 1847 per volere di papa Pio IX con l'obiettivo di avere un segnale ufficiale per sincronizzare le campane delle chiese, è regolato da una legge del 1990, e da quasi 180 anni scandisce il tempo nella Capitale. Inizialmente, fino al 1903, la cannonata partiva da Castel Sant'Angelo. «È un pezzo di storia, e anche un'abitudine», ha detto il primo cittadino a pochi minuti dal botto che, ha ricordato, è «a salve, un cannone pacifico». Per celebrare il rinnovo dell'accordo, sotto al belvedere di piazzale Giuseppe Garibaldi, a dare il via stavolta è stato proprio Gualtieri: «Per Santa Barbara, fuoco!», ha comandato dopo il consueto conto alla rovescia.
Lo stop durante la Seconda guerra mondiale
Citata in diverse canzoni, amata dai turisti che osservano incuriositi, la cannonata delle 12 del Gianicolo che «batte il tempo e ci fa sentire tutti protagonisti di questa città» è quindi salva. Nella sua storia lo sparo non si è sentito solo in rare occasioni, per esempio durante gli anni della Seconda guerra mondiale, per questione di ordine pubblico. L'ultima volta è stato il 19 maggio 2020, quando l'obice ha fatto cilecca a causa di un guasto. «Questa firma conferma l'impegno su una tradizione radicata - ha aggiunto il comandante dell'area territoriale del comando delle Forze operative terrestri - che avviene 365 giorni all'anno nella massima sicurezza per il personale e l'ambiente».
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