Il ruolo di Roma nel Mediterraneo: una Capitale al centro del futuro economico e culturale
A confermarlo una recente indagine condotta dall’Istituto Piepoli per la Camera di Commercio di Roma, che ha sondato l’opinione di oltre 3.500 persone in sette Paesi del Mediterraneo. Emerge come il ruolo della Capitale sia percepito ancora di grande rilevanza
Dopo 2000 anni, Roma è ancora protagonista del Mediterraneo, punto di riferimento culturale ma economico e strategico. A confermarlo una recente indagine condotta dall’Istituto Piepoli, che ha sondato l’opinione di oltre 3.500 persone in sette Paesi del Mediterraneo, per la Camera di Commercio di Roma. Emerge come il ruolo della Capitale sia percepito ancora di grande rilevanza.
Il concetto di Roma come centro della portualità è ritenuto utile per il Mediterraneo e per lo sviluppo del turismo ma anche come strumento per la crescita economica degli altri Paesi del Mediterraneo perché favorisce gli accordi economici con gli altri Paesi e anche la cooperazione politica.
Alcuni elementi di centralità di Roma e dell’Italia nel panorama internazionale emergono infine anche in relazione alla crisi del Canale di Suez: la maggioranza degli intervistati sa della diminuzione del traffico di merci per la crisi mediorientale vede di buon occhio un Italia che giochi un ruolo da capofila nello sviluppo del progetto la costruzione di una linea ferroviaria che attraversa alcuni stati del Medioriente (che prevede, per far fronte alla crisi del Canale di Suez) sostenendo così il commercio del mar Mediterraneo nel panorama mondiale
Una ricerca che racconta il Mediterraneo
La ricerca ha coinvolto sia i Paesi del Nord Mediterraneo, come Italia, Francia e Grecia, che quelli del Sud, ovvero Algeria, Marocco, Egitto e Tunisia. Complessivamente, questi Paesi rappresentano oltre 330 milioni di abitanti, una popolazione unita dal legame millenario con il «mare nostrum».
Interrogati sulla strategicità geografica e centralità dell’Italia e di Roma, gli intervistati hanno espresso un consenso quasi unanime. In cima alla classifica, la Tunisia (88 per cento) e l’Algeria (87 per cento), seguite da Francia (84 per cento), Egitto (83 per cento) e Marocco (81 per cento). Per italiani e greci, la percentuale di strategicità è del 77 per cento, confermando che Roma è percepita come un reale crocevia tra Europa e Mediterraneo.
Roma e l’economia: una Capitale internazionale
Non solo un simbolo di storia e bellezza, Roma emerge anche come un importante motore economico. Secondo i dati, per il 74 per cento dei greci e il 71 per cento dei tunisini, la città è un riferimento economico per l’Europa. Anche in Algeria, Egitto e Francia le percentuali rimangono elevate, con valori tra il 66 per cento e il 68 per cento. (Egitto 68, e Francia 66 per cento).
L’indagine sottolinea anche il ruolo di Roma nello sviluppo economico del Mediterraneo. Dalla Grecia, con il 62 per cento di consenso, fino all’Egitto (sessantaquattro per cento), i Paesi partecipanti riconoscono il contributo della Capitale nella costruzione di una rete economica più forte e integrata.
Cultura, arte e turismo
Quanto agli ambiti in cui l’Italia si distingue maggiormente c’è un coro generale su tre
campi: la cultura, l’arte e il turismo, con una prevalenza di quest’ultimo aspetto
soprattutto per i tre Paesi del «Mediterraneo del sud» coinvolti nell’indagine. Sugli
aggettivi che descrivono Roma c’è una pressoché unanimità nel definirla città storica,
ricca di cultura, turistica, bella e affascinante.
Se si parla di eccellenze, tre aspetti emergono con forza: cultura, arte e turismo. Non sorprende che questi elementi siano il fiore all’occhiello dell’Italia, ma è interessante notare come i Paesi del Sud Mediterraneo vedano nel turismo il tratto distintivo del nostro Paese. Roma, con i suoi monumenti millenari e la sua aura di fascino senza tempo, rappresenta il volto dell’Italia che il mondo ama e ammira.
Roma e il suo ruolo potenziale da «peace maker»
Una domanda interessante e purtroppo tragicamente attuale ha riguardato «Roma e lo
sviluppo della pace nel mondo».
In un tempo di conflitti e tensioni, la Capitale è un piccolo faro di speranza per alcuni Paesi. Tunisia ed Egitto, con il 64 per cento di consenso, considerano Roma un simbolo importante per lo sviluppo della pace mondiale. Una visione condivisa anche dagli italiani , sebbene con una percentuale più bassa, del 53 per cento. Un dato che apre riflessioni sul ruolo che Roma potrebbe giocare come ponte di dialogo e riconciliazione tra Nord e Sud del Mediterraneo.
Relazioni commerciali: un’opportunità ancora inespressa
Un altro aspetto importante che emerge dall’indagine è il giudizio sulle relazioni commerciali tra i Paesi presi in esame e l’Italia. Qui non mancano, le criticità. Gli intervistati dei Paesi del Sud Mediterraneo giudicano insufficienti le relazioni commerciali con l’Italia: Tunisia (64 per cento), Marocco (59 per cento) e Algeria (54 per cento) lamentano la necessità di intensificare gli scambi. Francia e Grecia condividono questa opinione, sebbene con percentuali inferiori (rispettivamente al 48 per cento e al 44 per cento).
Che l’Italia mantenga delle relazioni economiche con i loro Paesi è un dato che dovrebbe quindi supportare la crescita economica dell’Italia. Un'opinione trasversale quella che il nostro Paese debba intensificare i rapporti commerciali con quelli del Mediterraneo - un’opportunità reciproca, capace di favorire lo sviluppo non solo dei Paesi del Sud del Mediterraneo, ma anche del nostro
L’economia del mare: il futuro di Roma
Secondo Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma, l’economia del mare è una risorsa cruciale: «La ricerca internazionale condotta dall’Istituto Piepoli - spiega Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio di Roma - mette in evidenza come la strategicità e centralità di Roma e dell’Italia nel Mediterraneo siano fortemente percepite da tutti i Paesi oggetto dell’indagine e, dunque, come il Mediterraneo rientri, inevitabilmente, fra le nostre priorità».
L’economia del mare, secondo il presidente della Camera di Commercio, «è una leva fondamentale di sviluppo per il nostro Paese, per l’ampiezza e la complessità delle filiere interessate. A livello nazionale questa realtà rappresenta 228mila imprese e oltre un milione di occupati e vale 64,6 miliardi di euro di valore aggiunto diretto. In totale, la filiera del mare genera 178,3 miliardi di euro di valore aggiunto: 10,2 per cento del totale dell’economia nazionale. È necessario, dunque, puntare su questa grande opportunità, finora non adeguatamente valorizzata, e porla - conclude il presidente Tagliavanti - al centro dello sviluppo della nostra città e del nostro Paese».
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