top of page
Progetto senza titolo-31.png

Il Quarticciolo in piazza contro il decreto Caivano: «Non vogliamo zone rosse, ma servizi e spazi pubblici» [VIDEO]

Edoardo Iacolucci

Aggiornamento: 12 ore fa

Quarticciolo in piazza contro il Decreto Caivano: «Non vogliamo zone rosse, ma servizi e spazi pubblici»

«Quarticciolo vuole tornare a vivere» lo strisicone dei manifestanti del corteo del 1° marzo (La Capitale)
«Quarticciolo vuole tornare a vivere» lo strisicone dei manifestanti del corteo del 1° marzo (La Capitale)

«I quartieri sono le persone che li vivono», «Cambiamo davvero il Quarticciolo», «Quarticciolo alza la voce». Sono solo alcuni dei cartelli colorati tenuti in mano da migliaia di manifestanti che oggi pomeriggio sono scesi in piazza per contestare il Decreto Caivano. Dopo un mese di assemblee e mobilitazioni, il corteo ha preso il via alle 17, attraversando le strade della borgata con un messaggio chiaro: i residenti rifiutano un modello imposto dall'alto e chiedono soluzioni strutturali per il loro quartiere.


Un corteo per un'altra sicurezza: «No alla militarizzazione, sì agli investimenti»

«Qui a Quarticciolo un modello già c'è - spiega l'attivista Eddi Marcucci a la Capitale -, non abbiamo bisogno del Caivano Bis, non è stato utile a Caivano, non sarà utile in questa periferia. Si parla dei progetti sociali che in questi anni che abbandonano le istituzioni sono stati un'alternativa, come il dopo scuola, l'ambulatorio, la palestra, insomma - conclude - qui tutto quel che c'è l'abbiamo fatto rimboccandoci le maniche».



C'è chi va contro gli sfratti della scorsa settimana: «Nessuno di noi è mai andato a favore dello spaccio, degli spacciatori contro la polizia o - spiega un'altra residente -, contro i carabinieri. Noi siamo d'accordo col lavoro che stanno facendo, però deve essere un lavoro, è per fermare la droga? Allora si ferma la droga, perché mandare via la gente di casa è un altro discorso...»


La protesta di oggi si colloca nel giorno in cui scadono i 60 giorni previsti dal Decreto per l’individuazione degli interventi di riqualificazione sociale. Il Governo ha deciso di estendere il cosiddetto "modello Caivano" a sei aree del Paese, tra cui il Quarticciolo, inserendolo nelle «zone rosse». Una decisione fortemente contestata dalla comunità, che chiede invece investimenti in servizi, scuole e spazi di aggregazione.


«Non è come dicono i giornali qui, è peggio - racconta Mara, 60enne, residente del Quarticciolo qui con tre sue amiche - Si vive come in altre borgate: tale e quale». Ma ci sono realtà come doposcuola e palestra popolare - interviene Giulia - che sono proprio bravi». Giusto riqualificare la zona «In tempo di covid queste associazioni e questi giovani ci hanno davvero aiutato» concorda Mara. «Ma una riqualificazione? - si domanda Raffaella - Se poi scendiamo sotto casa e troviamo quello che troviamo...».


«Sarebbe ora che facessero qualcosa qui dopo anni di abbandono» spiega Silvia 45enne, residente del Quarticciolo da sempre. Ma, c'è un ma: «Bisogna vedere a chi vanno i soldi destinati al quartiere. Perché questi soldi governativi, è possibile che non facciano reali migliorie, bisogna capire davveroa. chi vanno e coinvolgere le realtà già presenti». Sarebbe meglio forse destinarli a chi già opera sul territorio da anni: «Senza aver ricevuto mai niente - tiene a precisare Silvia -, solamente perché ci crede. Ancora c'è qualcuno che crede in qualcosa in Italia: ecco loro ci credono ma in cambio ricevono solo denunce». «Non vogliamo zone rosse - spiega Simona, residente da decenni qui al Quarticciolo -, ma servizi e spazi pubblici».

Quarticciolo
Quarticciolo

Alcuni sono qui anche da altri Quartieri come Fabio, da Centocelle, dall'altro lato della Palmiro Togliatti: «Siamo qui perché vogliamo un modello di Quarticciolo diverso non quello che propongono le Istituzioni, solo una spesa di soldi inutili che va a fare danno solamente a chi ci abita qui».

«Vorremmo che il decreto non venisse usato per interventi calati dall'alto a fronte delle trasformazioni che invece gli abitanti auspicano da tempo. Serve dialogo e gli interventi devono essere fatti sulle urgenze che esistono insieme alle realtà sociali del territorio», ha spiegato poi Pietro, attivista del movimento Quarticciolo Ribelle.


A sostegno della protesta è arrivata anche Irene, direttamente da Caivano, che di quel modello famigerato ne porta il nome, e che ha portato la propria testimonianza: «Caivano non è un modello. I problemi continuano ad esserci. Le case sono fatiscenti. È il vostro a essere un modello - puntualizza - siete forti, siete tanti. Continuate a scendere in piazza».


Un quartiere che resiste: «Siamo noi a prenderci cura del nostro territorio»

Da anni gli abitanti del Quarticciolo si autorganizzano per colmare il vuoto lasciato dalle istituzioni: doposcuola, palestra popolare, presìdi sanitari, iniziative culturali. La manifestazione di oggi è solo l’ultimo tassello di un percorso iniziato il 20 gennaio con un'assemblea pubblica, che ha poi dato vita a settimane di incontri e attività.

La mobilitazione non è solo una protesta, ma una richiesta di interventi concreti e duraturi per il quartiere.


Il percorso del corteo: strade attraversate e indicazioni per i partecipanti

Il corteo ha attraversato piazza del Quarticciolo, via Castellaneta, via Molfetta, viale Palmiro Togliatti, via Prenestina, via Manfredonia, via Molfetta, via Trani, per poi fare ritorno al punto di partenza. Gli organizzatori avevano chiesto ai partecipanti di rispettare il quartiere, evitando scritte sui muri o danneggiamenti e mantenendo un comportamento pacifico. «No a bandiere e simboli di partito», avevano ribadito nei giorni precedenti, perché la lotta del Quarticciolo vuole essere trasversale e non strumentalizzata da alcuna forza politica.


«Cambiamo davvero Quarticciolo»: una protesta contro gli sfratti e la ghettizzazione

Tra le preoccupazioni dei manifestanti non c’è solo la militarizzazione del territorio, ma anche il problema degli sfratti. Nei mesi scorsi, il quartiere è stato teatro di episodi di tensione con le forze dell’ordine, tra cui resistenze a sgomberi e controlli antidroga. «Non possono equiparare spacciatori e chi non ha soldi per pagare l'affitto» è stato uno dei gridi di protesta.


Tra gli slogan, un messaggio risuonava forte: «Giù le mani dalle nostre case», con chiari riferimenti al rischio di sgomberi dell’ex questura, uno degli edifici simbolo della borgata.


Torce sui tetti e fuochi d’artificio: un segnale di resistenza

La manifestazione si è conclusa con un gesto simbolico potente: torce accese sui tetti e fuochi d’artificio esplosi nel cuore del quartiere. Un’azione che voleva ribadire un messaggio chiaro: il Quarticciolo non vuole sprofondare nell’oscurità dell’abbandono istituzionale.


Presenti alla manifestazione anche numerosi esponenti politici, tra cui la deputata Pd Michela Di Biase, il segretario romano dem Enzo Foschi, il presidente del Municipio V Mauro Caliste, l’esponente M5S Paola Taverna, il consigliere regionale di Verdi e Sinistra Claudio Marotta, il presidente del Municipio VIII Amedeo Ciaccheri e il professore Christian Raimo.


Il Quarticciolo chiede di essere ascoltato e di poter partecipare attivamente alla costruzione del proprio futuro. «Non vogliamo soluzioni imposte dall’alto», ribadiscono i residenti, «serve una politica di investimenti che parta dalle esigenze reali della comunità».

Il messaggio è chiaro: la borgata alza la voce, e non ha intenzione di fermarsi. (in collaborazione con Titty Santoriello Indiano)


Comments


Commenting has been turned off.
bottom of page