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Anita Armenise

«Un atto escludente che lede il diritto allo studio». Il no alle occupazioni dei docenti del Virgilio in piazza Santi Apostoli

Aggiornamento: 4 dic 2024

Al fianco della dirigente anche alcuni genitori contrari all'autogestione in corso nel liceo di via Giulia 

Docenti del Virgilio in presidio a piazza Santi Apostoli
Docenti del Virgilio in presidio a piazza Santi Apostoli

«Ogni anno veniamo cacciati dalla scuola da una minoranza di persone che decide di fare dello spazio pubblico ciò che vuole». Così un docente del liceo Virgilio da piazza Santi Apostoli dove la mattina del 2 dicembre si è tenuta la «contro occupazione» partecipata da alcuni genitori e circa 15 docenti che si sono riuniti in una manifestazione silenziosa in risposta alla protesta studentesca.


Virgilio, la dirigente: «La scuola non è di alcuni, ma di tutti»

«Si tratta di un atto escludente, che lede il diritto allo studio. Per questo notte tra il 27 e il 28 novembre ci siamo riuniti con i colleghi e abbiamo discusso delle motivazione e delle deliberazioni che fosse il caso di assumere e abbiamo deciso di riunirci in un luogo pubblico», ha spiegato la dirigente scolastica del Virgilio di via Giulia, Isabella Palagi, promotrice dell'iniziativa.


La preside ha fatto appello alla comunità scolastica con una lettera indirizzata a genitori e studenti contrari all'occupazione. La volontà è quella di ribadire il concetto di «una scuola pubblica e di tutti, non solo di alcuni», continua la dirigente.


«Il clima che in questi mesi si muove sulle scuole a noi non piace, di tensione che non ascolta i giovani. Per cui le occupazioni sono diventate un rituale, e bisogna capire perchè vengono fatte, lavorando a monte e non a valle», è invece il parere di Susanna Crostella, del coordinamento genitori democratici di Roma.


Gli studenti: «D'accordo sui principi dell'occupazione, ma dissenso non viene ascoltato»

E, a pensarla come i docenti e la dirigente anche alcuni studenti che a causa delle occupazioni non possono svolgere regolarmente le lezioni. «Non hanno valore politico, è come una festa, una tradizione o una scuola per chiudere scuola. Il dissenso non viene ascoltato. Infatti il problema non sono i principi dell'occupazione, verso cui siamo d'accordo ma le modalità con cui vengono applicati. Chiudere le porte ad un parere contrario, che non portano ad un dialogo ma lo interrompono», hanno commentato due studentesse presenti al presidio di piazza Santi Apostoli.



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