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Il frammento bizantino della basilica di San Paolo fuori le Mura in mostra a Palazzo Venezia

Redazione La Capitale

Dal 14 febbraio al 23 marzo, il VIVE presenta un ciclo di conferenze e mostre dedicate alla valorizzazione delle sue collezioni, con l'inaugurazione di opere finora custodite nei depositi

porta bizantina di San Paolo fuori le Mura
Porta bizantina di San Paolo fuori le Mura

A partire da domani, 14 febbraio, e fino al prossimo 23 marzo, la Sala Altoviti di Palazzo Venezia ospiterà un'importante esposizione: per la prima volta al pubblico sarà visibile un frammento della celebre porta bronzea bizantina della basilica di San Paolo fuori le Mura. Il pezzo esposto raffigura una scena della Pentecoste e rappresenta uno dei numerosi reperti che il VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia ha recentemente catalogato e restaurato nell'ambito di un grande progetto di valorizzazione e conservazione delle proprie collezioni.


Il ciclo di conferenze «Reintegrazioni»

L'esposizione si inserisce in un ciclo di conferenze dal titolo «Reintegrazioni. Dai depositi al percorso di visita», che ha l'obiettivo di reintegrare nel percorso museale aperto al pubblico alcune opere finora conservate nei depositi. Il progetto, curato dalla direttrice Edith Gabrielli, prevede una serie di incontri in cui gli esperti del VIVE illustreranno le indagini condotte sulle opere e il processo di reintegrazione nel museo.


Le opere in mostra

Homepage catalogo
Homepage catalogo

Il frammento della porta bizantina di San Paolo fuori le Mura è solo il primo di una serie di opere che saranno svelate al pubblico in occasione degli incontri. Tra queste, spiccano la medaglia di Filarete raffigurante Faustina Maggiore e il suo patto matrimoniale con l’imperatore Antonino Pio, il modello in terracotta della Fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini e lo Scudo di Giuseppe Garibaldi realizzato da Antonio Ximenes.


Il progetto di catalogazione e valorizzazione delle collezioni

Queste opere, scelte per il loro valore storico e artistico, sono state oggetto di un ampio intervento di catalogazione e studio, condotto dal VIVE dal 2020, che ha coinvolto circa 80 specialisti provenienti dalle principali università e centri di ricerca italiani e internazionali. Un lavoro che ha portato alla realizzazione di un catalogo online, disponibile sul sito dell'istituto, che raccoglie oltre 560 schede, corredate da più di 2.200 fotografie, che documentano e descrivono in dettaglio le opere.


Il progetto di catalogazione ha avuto come obiettivo principale la sistemazione e la valorizzazione del patrimonio del VIVE, che comprende opere medievali, moderne e contemporanee. La campagna ha incluso la revisione delle precedenti catalogazioni e la creazione di nuove schede per tutte le opere, con l'intento di offrire al pubblico e alla comunità scientifica un quadro completo e aggiornato delle collezioni.


La qualità della documentazione fotografica

Il catalogo online, disponibile sul sito del VIVE, è uno strumento fondamentale per la tutela e la valorizzazione delle collezioni, nonché un'opportunità per gli studiosi di approfondire le ricerche e scoprire nuove attribuzioni e datazioni. La qualità della documentazione fotografica, che accompagna le schede, è un altro punto di forza del progetto: oltre 2.200 immagini di alta qualità che permettono di esplorare da vicino i dettagli delle opere.


Il programma delle conferenze e delle esposizioni

Il ciclo di conferenze, che avrà inizio con l'incontro di oggi, 13 febbraio, alle ore 18, dedicato all'arte medievale e al frammento della porta bizantina, proseguirà nei prossimi mesi con incontri focalizzati su altre opere emblematiche del museo. Ogni conferenza sarà accompagnata dall'inaugurazione dell'opera oggetto dell'incontro, offrendo ai partecipanti un'esperienza diretta e approfondita.


Il primo incontro: «Da Costantinopoli a Roma»

La conferenza di oggi, tenuta dal professor Alessandro Tomei, esplorerà la storia e il significato della porta bronzea di San Paolo fuori le Mura, realizzata a Costantinopoli nel 1070. Questo capolavoro, che originariamente decorava la basilica romana, è sopravvissuto miracolosamente all'incendio del 1823 e oggi rappresenta uno dei principali tesori del museo.

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