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Il comitato stadio Flaminio avverte: «Il progetto della Lazio è un rischio per il quartiere»

  • Immagine del redattore: Rebecca Manganaro
    Rebecca Manganaro
  • 5 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

Il progetto per la ristrutturazione dello stadio Flaminio solleva dubbi tra i residenti del quartiere, preoccupati per l’impatto sulla viabilità e la qualità della vita. Il comitato stadio Flaminio lancia l’allarme: «Un rischio per la zona»

Stadio Flaminio
Stadio Flaminio

La proposta del presidente della Ss Lazio, Claudio Lotito di ristrutturare e trasformare lo stadio Flaminio in un impianto destinato a ospitare le partite della squadra biancoceleste, ha fatto nascere un dibattito tra istituzioni, tifosi e residenti del quartiere.

Se, da un lato, il progetto è visto come un'opportunità per la squadra e per il rilancio di un'infrastruttura storica della città, dall'altro emergono forti preoccupazioni per l'impatto che uno stadio da 50mila posti potrebbe avere sulla mobilità, sulla sicurezza e sulla qualità della vita della zona.


Le preoccupazioni dei residenti

Giulio Castelli, portavoce del comitato stadio Flaminio, ha espresso le sue preoccupazioni attraverso un volantino informativo, distribuito nel quartiere. Nel documento si legge:

«Gentile Residente, Le chiediamo qualche minuto di attenzione per un problema che riguarda tutti noi. Il presidente della S.S. Lazio, sen. Claudio Lotito, ha presentato al Sindaco di Roma un progetto per la ristrutturazione dello stadio Flaminio e la sua cessione alla società sportiva per farvi disputare gli incontri del campionato di Serie A, della Coppa Italia, delle Coppe internazionali e delle amichevoli.
Sebbene il desiderio della Lazio di avere un proprio stadio sia più che lecito ma anche auspicabile sia da parte dei suoi sostenitori sia da tutti gli appassionati di calcio e dall’intero mondo dello sport, la dislocazione dell’impianto, una volta ristrutturato, presenterebbe gravissimi problemi per la qualità della vita dei residenti dei quartieri Flaminio e Parioli, oltre a creare difficoltà per la mobilità e la sicurezza».

Le preoccupazioni del comitato riguardano principalmente i disagi legati al traffico e alla sicurezza, con l'afflusso di 50mila spettatori che potrebbe paralizzare l'intero quartiere, impedendo l'uscita e l'ingresso delle persone dalle strade principali. Castelli ha anche messo in discussione l'efficacia di alcune misure come le Ztl, sottolineando che «bloccando il traffico per ore, la vivibilità del quartiere sarebbe compromessa».


L'intervista a Giulio Castelli

Castelli è intervenuto su Roma Radio Sound spiegando nel dettaglio le problematiche legate alla proposta di ristrutturazione dello stadio Flaminio. Successivamente, intervistato da La Capitale, ha approfondito ulteriormente i suoi timori.

«La problematica dello stadio Flaminio colpisce moltissimo i residenti del quartiere, ma non solo. A subirne le conseguenze sarà tutta la zona nord-est della città».

Castelli ha poi proseguito analizzando in modo approfondito la situazione traffico, evidenziando come piazza Manila, che si trova di fronte alla parte sud dello stadio, sia un nodo fondamentale per la viabilità del quartiere. Questa piazza, infatti, funge da punto di raccordo per diverse strade, tra cui via Flaminia, viale Pilsudski e viale Tiziano, che sono già congestionate di per sé, senza contare l'afflusso di spettatori.


Castelli ha sottolineato che l’afflusso di 50mila spettatori comporterebbe il completo blocco della zona, tanto che l’accesso e il deflusso dalle principali arterie stradali risulterebbero praticamente impossibili. Ha anche criticato l’idea di usare le Zone a traffico limitato come soluzione, affermando che queste richiederebbero blocchi prolungati, compromettendo ulteriormente la qualità della vita nel quartiere.

«La Ztl significa che dovresti fare un blocco di almeno 7-8 ore, tra le tre ore prima della partita, le due ore della partita e il deflusso che dura un'ora, magari anche di più. Bloccando il traffico, si paralizza l’intero quartiere, e il progetto non sembra risolvere nessuno di questi problemi»

Le navette e altre soluzioni proposte

Un altro punto critico sollevato da Castelli riguarda l’uso delle navette per il trasporto dei tifosi. Con 50mila spettatori attesi, sarebbe necessario un numero elevatissimo di corse, circa 250, che però, secondo Castelli, risulta impensabile, dato il traffico e la disponibilità di mezzi.

«Per 25mila persone, quante corse di navette servono? Direi almeno 250. E se ci mettono 50 navette, sono 5 corse ciascuna. Dove le trovano 250 navette? E poi quanto dovranno aspettare i tifosi prima di andare allo stadio? E dove li porteranno?»

Castelli ha concluso dicendo che l'intero progetto della Lazio appare misterioso e privo di dettagli concreti, sottolineando «la totale opacità delle informazioni fornite finora».


Il confronto con il progetto alternativo

Parallelamente al progetto della Lazio c'è il progetto alternativo della società sportiva Roma Nuoto che punta, invece, a realizzare un ambizioso parco polisportivo.

«Attualmente esiste un altro progetto di riqualificazione dello stadio presentato in precedenza dalla Roma Nuoto (non ha niente in comune con la As Roma) che prevede l’utilizzazione per sport non “invasivi” come il calcio professionistico: la creazione di campi da padel e di un campo di calcio per il campionato femminile con 7.500 posti, una grande piscina olimpionica coperta e sale per la scherma, la ginnastica e altre discipline. Questa rinnovata struttura sarebbe anche utilizzabile dai residenti e da tutti i cittadini romani».

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