top of page
  • Anita Armenise

Il cinema protesta: produzioni bloccate dai ritardi dei decreti attuativi

Aggiornamento: 27 giu

Il comparto cinematografico italiano è bloccato per i ritardi normativi riguardo i finanziamenti al settore cine-audiovisivo

cinema

Il mondo del cinema scende di nuovo in piazza per il blocco delle produzioni cinematografiche a causa dei ritardi nella pubblicazione dei decreti attuativi che riguardano i finanziamenti al settore cine-audiovisivo. I manifestanti hanno appuntamento domani giovedì 27 giugno, alle ore 17.00, a piazza Mancini. Si riconoscono sotto lo slogan “Siamo ai titoli di coda”, che è anche il nome del comitato organizzatore delle mobilitazioni, nato dall'iniziativa di un gruppo di lavoratori tra cui Ciro Scognamiglio, aiuto regista e presidente dell’associazione di categoria Aiarse, che riunisce aiuto registi e segretari/e di edizione.


Il rischio si estende fino alla primavera prossima

Le associazioni di categoria denunciano il notevole ritardo nella pubblicazione dei decreti attuativi del provvedimento che regola le nuove norme per i finanziamenti dei prodotti del mondo dell’audiovisivo.


Questi ritardi provocano rallentamenti e interruzioni delle attività produttive e se i decreti saranno emanati a settembre, o dopo, il rischio è che le produzioni slittino alla primavera del 2025. «Se escono i decreti attuativi ora, in autunno si ricomincia a lavorare, ma se escono dopo l’estate le produzioni ripartono in autunno e i progetti in primavera», ha affermato Scognamiglio.


Tra le altre cose, i bandi per i contributi selettivi non sono ancora stati pubblicati e il ministero della Cultura non ha ancora nominato una commissione per valutare i progetti che fanno richiesta di fondo. L’ultima commissione è scaduta il 31 dicembre e in 6 mesi non ne è stata nominata un’altra.


Gli investimenti dedicati al cinema

Il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo ammonta a 696 milioni di euro per il 2024. Nei decreti attuativi sono contenute le regole che riguardano la ripartizione della quota destinata al tax credit (412 milioni dei 696), incentivo necessario per le imprese di produzione cinematografica e audiovisiva: i decreti dovevano essere emanati l’11 aprile scorso, ma ancora nulla.


Finché non verranno pubblicati i produttori sono bloccati perché non avendo un programma del finanziamento concesso con il tax credit non sanno come calcolare né redistribuire i propri budget. «Se io so che recupero il 40 per cento del costo del lavoro ma poi scopro che l’incentivo è sul 20 per cento le produzioni devono riorganizzarsi», spiega Scognamiglio.


Con la riforma i film indipendenti saranno esclusi

Sempre in merito alla riforma della legge Franceschini del 2016, la prima in Italia ad introdurre degli incentivi per le produzioni, ci sono delle correzioni che spaventano il mondo del cinema. L’obiettivo delle correzioni del ministro Sangiuliano era di evitare che si reiterassero episodi di guadagno personale dagli incentivi. Ma questo ha prodotto delle storture: nelle bozze si legge che per ottenere i finanziamenti bisogna avere, alla nascita, prima della realizzazione, un accordo con una primaria società di distribuzione. Questo significa escludere dai finanziamenti gran parte dei film indipendenti che non avrebbe più possibilità di accedere agli incentivi statali.


«Spesso film indipendenti trovano distribuzioni dopo l’uscita, così non è più possibile», spiega il presidente dell'Aiarse. «In quanto al tax credit per le opere estere, la bozza del decreto è scomparsa nel nulla. Per questo gli investitori stranieri hanno scelto altri paesi» conclude. La problematica ha colpito le produzioni cinematografiche, non quelle televisive, che mantengono budget stabiliti in precedenza. Per questo a subire il danno è stato solo il mondo del cinema, che da anni si fonda su questi investimenti.

 

Comments


bottom of page