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I magistrati in protesta in tutta Italia: a Roma flash-mob in Cassazione e aule vuote a piazzale Clodio [VIDEO]

Edoardo Iacolucci

Il nodo centrale della protesta è la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti (pubblici ministeri) e giudicanti (giudici), una misura storicamente sostenuta dalla destra ma contestata dall'Anm

magistrati
Tribunale penale, piazzale Clodio (La Capitale)

Oggi, 27 febbraio, si svolge uno sciopero nazionale della magistratura, proclamato dall'Associazione Nazionale Magistrati (Anm) per protestare contro la riforma costituzionale della giustizia promossa dal governo Meloni. Il nodo centrale della protesta è la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti (pubblici ministeri) e giudicanti (giudici), una misura storicamente sostenuta dalla destra ma contestata dall'Anm, che la considera una minaccia all'autonomia e all'indipendenza della magistratura.


La manifestazione a Roma e nelle altre città

Tribunale penale di Roma

«Lo sciopero dimostra solo che la separazione delle carriere è sacrosanta - spiega Laura, una giovane avvocata penalista del Foro di Roma qui ora in Tribunale -. Le udienze, oggi, sono state tutte rinviate...».


La mobilitazione coinvolge 29 città con assemblee pubbliche e manifestazioni. A Roma è previsto un flash mob sulla scalinata del Palazzo di Giustizia e un'assemblea al cinema Adriano, mentre a Milano la protesta inizia alle 9:30 davanti al tribunale. Al tribunale penale di Roma, a piazzale Clodio, gli avvocati si trovano senza magistrati. «Le udienze - spiega un avvocato penalista spaesato tra le aule del tribunale - le fanno solo con detenuti o soggetti sottoposti a misure cautelari». Intanto fuori aule e dalle varie sezioni sono stati affissi volantini con le scritte: «Sciopero dei magistrati a difesa della Costituzione» e «No al controllo del potere politico sulla magistratura».


I motivi della protesta dei magistrati

La magistratura evidenzia che la riforma non affronta problemi strutturali come la mancanza di risorse e il malfunzionamento del processo penale telematico. La riforma, già approvata in prima lettura alla Camera il 16 gennaio, è ora in discussione al Senato e dovrà superare quattro passaggi parlamentari. Se non raggiungerà i due terzi dei voti in entrambe le camere, sarà sottoposta a un referendum confermativo.

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