Gualtieri: «Roma pronta alla sfida dei prossimi giorni, nel segno di Papa Francesco»
- Redazione La Capitale
- 10 ore fa
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Pur riconoscendo che non mancheranno le difficoltà – «ci saranno problemi e contrattempi» – il sindaco si è detto fiducioso: «Tutti ai loro posti per fare il meglio»

In un momento carico di emozione e complessità logistica per via del Giubileo, la città di Roma si appresta ad affrontare una delle settimane più intense degli ultimi anni. Con il funerale di Papa Francesco e il successivo Conclave, la capitale sarà al centro dell’attenzione mondiale, ma il sindaco Roberto Gualtieri assicura: «Sarà una sfida importante e impegnativa, ma non sarà un problema. Saranno cose che saranno gestite».
L’eredità di Papa Francesco secondo Gualtieri
Intervenendo ai microfoni di Radio 24, Gualtieri ha sottolineato il senso di responsabilità e la prontezza dell’amministrazione e delle istituzioni coinvolte. «L'ultima cosa che possiamo fare è lamentarci», ha affermato con fermezza. «Mi ha colpito che ieri, che era Pasquetta, alle riunioni d’emergenza c’erano tutti. Decine e decine di persone pronte e desiderose di fare la loro parte». Un segno, questo, di una città che si compatta nei momenti decisivi.
Pur riconoscendo che non mancheranno le difficoltà – «ci saranno problemi e contrattempi» – il sindaco si è detto fiducioso: «Tutti ai loro posti per fare il meglio». Quanto al suo stato d’animo, ha concluso con sobria determinazione: «Se sono tranquillo? Sono impegnato».
Ma le parole di Gualtieri non si sono fermate all'organizzazione. L’occasione è stata anche momento di riflessione sul valore e l'eredità spirituale e culturale di Papa Francesco. «Per me Papa Francesco è un punto di riferimento, e penso che lo debba essere per tutti, anche in modo autocritico», ha dichiarato, lanciando un messaggio soprattutto al mondo progressista: «Non si può prendere quello che piace e lasciare quello che non piace, come al supermarket».
Il sindaco ha evidenziato come l’opera di Francesco rappresenti un riferimento imprescindibile anche per la sinistra, grazie alla sua profonda critica al modello economico globale: «Nelle sue encicliche c’è una critica al capitalismo senza regole che non mette al centro la persona. Non è una critica moralistica, ma acuta e politica».
Gualtieri ha anche rivelato un lato personale e umano del suo rapporto con il Pontefice, ricordando gli scambi epistolari e i momenti di confronto culturale: «Una volta parlammo di Dostoevskij e della differenza tra essere popolari e populisti. Io gli parlai anche del nazionalpopolare in Gramsci. Lui mi mandò una lettera con un saggio su Dostoevskij, io gli risposi con un altro testo su Gramsci».
Al cuore di tutto, però, restava sempre la missione evangelica di Francesco: «Lui diceva: la persona la devi toccare, guardare negli occhi. Non basta “parlare di”, bisogna “parlare con”». Un’eredità, quella del Papa, che Roma ora si prepara ad onorare con il rispetto e l’impegno che meritano questi giorni decisivi.