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Roma abbraccia la comunità giuliano/dalmata per il Giorno del Ricordo. Gualtieri: «Presto un viaggio della memoria»

Giacomo Zito

L’allerta meteo non ha scoraggiato i tanti partecipanti all’Assemblea capitolina straordinaria in piazza Giuliani e Dalmati. Al centro degli interventi la volontà di «cercare di arrivare a una visione condivisa»


giorno del ricordo giuliani dalmati

Nonostante la fitta pioggia che ha interessato la giornata di oggi 13 febbraio, in tanti si sono riversati in piazza Giuliani e Dalmati per l’Assemblea capitolina straordinaria dal titolo «Giorno del Ricordo, conservazione della memoria e promozione della conoscenza». 


Voluta dalle opposizioni, l’iniziativa ha portato i massimi esponenti dell’Aula Giulio Cesare nel cuore del quartiere capitolino in cui sono stati accolti gli esuli istriani, a due passi dal capolinea della metro B Laurentina.


L’Assemblea, presieduta dalla presidente Svetlana Celli, è stato un’occasione di raccoglimento in cui i capigruppo di tutto lo spettro politico capitolino sono intervenuti per sottolineare la necessità di conciliazione e vicinanza per «il giusto e doveroso riconoscimento degli eventi tragici delle Foibe e dell'esodo giuliano/dalmata» come sottolineato dal Sindaco, Roberto Gualtieri.


La necessità di una memoria condivisa

Ricalcando l’appello verso la ricostruzione e la sedimentazione di una «memoria storica» del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il primo cittadino ha rivolto il suo invito affinché, partendo proprio dal luogo in cui è stata accolta la folta comunità giuliano/dalmata a Roma, si avvii un processo di memoria condivisa.


«Si sente la necessità di mettere al centro della nostra memoria dei fatti importanti e cercare di arrivare a una visione condivisa - è il commento del Sindaco -, che non significa identica su ogni particolare, ma condivisa dall'importanza di ricordare e di onorare le vittime». 



Una condivisione che, secondo il primo cittadino, deve innanzitutto riguardare la sinistra, che «ha avuto un imbarazzo politico per il fatto che queste violenze sono state perpetrate dai partigiani, prevalentemente dai partigiani comunisti di Tito, e quindi per una ragione di affinità ideologica hanno voluto omettere, negare e rimuovere con varie gradazioni».


Il viaggio della memoria

Rivolto quindi ai tanti studenti presenti, il primo cittadino ha lanciato l’iniziativa rivolta all’istituzione di un viaggio della memoria, «andando in quei luoghi, raccontando e insegnando cosa porta l'orrore della concezione della politica come distruzione». 


L’idea del primo cittadino è quindi quella di portare «anche un po' di luce e di speranza: andremo anche a Gorizia, a Nova Gorica, che è diventato il primo caso in Europa di capitale europea della cultura transfrontaliera. Riconosciamo con atti straordinari l'importanza del ricordo che deve essere indelebile, che non deve mai svanire in questa pagina tragica della nostra storia e al tempo stesso lavoriamo per costruire un futuro che bandisca questi errori e che si basi sulla collaborazione, sull'amicizia, sulla fraternità tra i popoli, tra le culture». 


La meditazione sul presente

Svetlana Celli, presidente dell'Assemblea capitolina, ha volto la sua attenzione anche alla necessità di partire da questa giornata per fare anche un momento di meditazione sul presente: «Viviamo in un'epoca in cui, purtroppo, in molte parti del mondo, anche in zone vicine a noi, si continua a morire a causa di guerre e conflitti insensati, che generano solo sofferenza e distruzione. Come comunità e istituzioni, abbiamo il dovere di impegnarci affinché nessuno sia più costretto a fuggire dalla propria terra, abbandonando casa e radici per cercare altrove una speranza di futuro».

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