Giordana Gorla e la cantoterapia: l'arte che cura
I benefici del canto sono numerosi: «Migliora la memoria, la concentrazione, riduce lo stress, aiuta nei processi di guarigione e ossigena il cervello», spiega la cantante. Studi scientifici lo confermano come le ricerche Oliver Sacks sui malati di Alzheimer che nonostante non ricordassero più nulla erano in grado di cantare perfettamente i brani del loro repertorio

La voce può essere strumento di guarigione e a spiegare come è Giordana Gorla, cantante, vocal coach e cantoterapeuta, che racconta il suo percorso artistico e il potere terapeutico della voce. «La cantoterapia è da una parte una scoperta naturale, si dice infatti “canta che ti passa”, e dall’altra il risultato della convergenza di varie discipline, musicali, linguistiche, olistiche», afferma Gorla, romana e cantante da oltre 25 anni, pianista, docente, autrice e divulgatrice musicale, ha trasformato il canto in uno strumento di crescita personale e collettiva.
I benefici del canto sono numerosi: «Migliora la memoria, la concentrazione, riduce lo stress, aiuta nei processi di guarigione e ossigena il cervello», spiega la cantante. Studi scientifici lo confermano, dal lavoro di Graham F. Welsch sulle attività cerebrali potenziate dal canto, alle ricerche di Oliver Sacks sui malati di Alzheimer che nonostante non ricordassero più nulla erano in grado di cantare perfettamente i brani del loro repertorio, fino alle recenti applicazioni dell'intelligenza artificiale nella diagnosi vocale delle malattie.

Dalla musica alla ricerca, un percorso multidisciplinare
Il legame di Giordana con la musica nasce presto: «Da piccola volevo fare la ballerina, poi il pianoforte è stato un colpo di fulmine». Laureata in lingue e letterature straniere alla Sapienza, si è diplomata in canto jazz e lirico, approfondendo didattica musicale, recitazione, neuroscienze e naturopatia.
Una passione alimentata da un ambiente familiare artisticamente stimolante: «Mio padre era artista, truccatore e fotografo, mia madre poliglotta e agente di viaggio (e romana, da otto generazioni). Ho ascoltato musica di ogni genere fin da bambina, viaggiato e assistito a spettacoli in tutto il mondo». Un'esperienza che ha plasmato il suo approccio alla cantoterapia.
Roma e il canto come terapia
Dopo esperienze in Umbria e Lombardia, Gorla è tornata a Roma, sua città natale: «Roma è la più bella del mondo, anche se viverci è una sfida quotidiana. È un po’ come essere un gladiatore, ma emozionarsi sempre di fronte alla sua bellezza».
La città influenza profondamente il suo approccio alla cantoterapia: «Noi romani siamo tutti un po’ esauriti, ma cantare aiuta a sopravvivere al traffico e allo stress. Lo spirito giocoso romano entra anche nel mio metodo didattico». E a Roma, l’interesse per la cantoterapia è in crescita: «Sempre più psicologi la consigliano ai pazienti e anche molti strumentisti la integrano per migliorare l’ansia da prestazione». Gorla lavora in scuole, teatri e studi privati, collaborando con logopedisti e foniatri per la riabilitazione vocale.
«Il dialetto e le canzoni tradizionali romane hanno una forte valenza terapeutica», afferma Gorla. «Il canto è narrazione, emozione e connessione con le proprie radici. Ogni parola è un codice vibrazionale che si intreccia con la musica».
La cantoterapia: un’arte che cura
Come spiega Giordana, la cantoterapia è «un’arte per conoscere sé stessi attraverso la voce». Citando Albert Einstein, sottolinea: «Siamo onde rallentate di suono e luce, strumenti con cui le nostre anime suonano la loro musica».
Nel metodo di Giordana, il respiro è fondamentale: «Chi ben respira, ben canta. Ma prima bisogna riappropriarsi della respirazione naturale e dell’equilibrio corporeo». Oltre alla voce, utilizza pianoforte, percussioni e strumenti digitali, ma sottolinea: «Il nostro corpo è già uno strumento musicale». Una sessione tipo di cantoterapia inizia con l’ascolto attento della voce dell’allievo, per poi passare alla respirazione, agli esercizi vocali e infine al canto. «Il canto è catarsi, connessione, trasformazione».
Dai bambini agli anziani, dalle persone con disabilità ai professionisti della voce, il canto diventa uno strumento di espressione e guarigione. «Molti allievi mi ringraziano perché attraverso il canto hanno ritrovato fiducia in sé stessi».
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