Funerali di Papa Francesco, circa 400mila persone tra San Pietro e corteo funebre
- Camilla Palladino
- 20 ore fa
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Le esequie sono iniziate intorno alle 10:15 nel cuore di una Roma blindata, tra green zone, aree off limits e oltre 4mila agenti schierati per il piano sicurezza

Bambini, giovani, adulti e anziani. Fedeli e curiosi. Pellegrini arrivati da ogni luogo del mondo. A partecipare ai funerali di Papa Francesco, celebrati sul sagrato della basilica di San Pietro nella mattinata di sabato 26 aprile, sono state centinaia di migliaia di persone: tra 200 e 250mila i presenti nella piazza sovrastata dal Cupolone e in via della Conciliazione, altri 150mila lungo il percorso del corteo per trasportare il feretro di Bergoglio nella basilica di Santa Maria Maggiore. Le esequie sono iniziate intorno alle 10:15 nel cuore di una Roma blindata, tra green zone, aree off limits e oltre 4mila agenti schierati per il piano sicurezza. Le code per accedere a piazza San Pietro tuttavia avevano iniziato a formarsi dalle prime luci dell'alba. Decine di pellegrini hanno persino passato la notte accampati con i sacchi a pelo sui marciapiedi del lungotevere.
L'inizio dei funerali di Papa Francesco
L'inizio dei funerali è stato scandito dalle campane a morto, da un commosso minuto di silenzio e da un lungo applauso per accogliere il feretro del pontefice portato a spalla dai sediari fuori dalla basilica. Poi è iniziata la messa vera e propria, presieduta dal cardinale decano Giovanni Battista Re e celebrata in diverse lingue. Circa cinquemila i concelebranti tra cardinali, vescovi e sacerdoti, e alla destra dell'altare le oltre 160 delegazioni ufficiali: al posto d'onore quella del Paese natale di Papa Francesco, l'Argentina, guidata dal presidente della Repubblica Javier Milei, con la sorella Karina quale segretaria generale della Presidenza. Quindi quella italiana, con in testa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme alla figlia Laura e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Le delegazioni dei paesi presenti
Hanno fatto parte della delegazione italiana, tra gli altri, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso, i vice presidenti del Consiglio Antonio Tajani e Matteo Salvini, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e l'ambasciatore presso la Santa Sede Francesco Di Nitto. Poi, seguendo l'ordine alfabetico, erano posizionati sul sagrato i sovrani regnanti di Belgio, Danimarca, Giordania, Monaco, Svezia, Emirati arabi, Lesotho, Andorra, Lichtenstein, Lussemborgo e Norvegia, e i capi di Stato di Germania, Brasile, Stati Uniti, Francia, Ungheria, Ucraina. Presenti anche rappresentanti dell'Unione europea, della Cina, della Federazione russa e della Palestina, riconosciuta dalla Santa Sede.
L'omelia del cardinale decano Giovanni Battista Re
Sull'altare in piazza San Pietro è stata posizionata una copia dell'icona della Salus Populi Romani, la stessa di Santa Maria Maggiore e la stessa che venne collocata in piazza San Pietro per la storica Statio Orbis del 27 marzo del 2020, quando il Pontefice, solo e sotto la pioggia, pregò in una Piazza San Pietro vuota per invocare la fine del Covid. Gli applausi della folla si sono accesi in diversi momenti dell'omelia pronunciata dal cardinale Giovanni Battista Re. Prima in occasione del riferimento all'attenzione del Pontefice agli ultimi e ai migranti, e in particolare al «significativo» primo viaggio di Francesco a Lampedusa. Poi quando è stata ricordata «la celebrazione di una messa al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, in occasione del suo viaggio in Messico». Infine nel momento in cui Re ha elogiato Papa Francesco e la sua voce «incessantemente elevata» per «implorare la pace», e ha chiesto al Pontefice defunto di «pregare per noi». Il tutto trasmesso anche sui maxi schermi posizionati lungo via della Conciliazione e a Santa Maria Maggiore.
Il corteo nel cuore di Roma

Una volta terminata la messa, il feretro è stato trasferito su un'ex Papa-mobile utilizzata dal Pontefice in un viaggio in Oriente, riadattata con un pianale aperto per lasciare esposta la semplice bara in legno chiaro. Così è iniziato l'ultimo viaggio di papa Francesco, da San Pietro a Santa Maria Maggiore passando per il centro di Roma, dove è stato tumulato nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, accanto l'altare di San Francesco. Commozione, lacrime e preghiere dei fedeli hanno seguito il passaggio del corteo funebre. «Mi preoccupa la possibilità che il prossimo Papa possa essere conservatore», dice Lucilla, 17 anni, a Roma per il Giubileo degli adolescenti. Tra le centinaia di migliaia di credenti, sono presenti anche i curiosi: «Siamo venuti perché ci è sembrato giusto assistere, visto che ci siamo trovati in vacanza qui in un momento storico», spiega Armando, arrivato con la famiglia nella Capitale dalla Spagna la scorsa settimana.
L'arrivo del feretro a Santa Maria Maggiore
Ad accogliere il feretro di Francesco sui gradini della Basilica circa 40 tra poveri, senza fissa dimora, detenuti, migranti e persone transgender. Cinque detenuti del carcere romano di Rebibbia avevano ottenuto un permesso premio per poter essere presenti. Ognuno aveva in mano una rosa bianca. Si tratta di persone che hanno incontrato e conosciuto il Santo Padre, e che hanno voluto dargli l'ultimo saluto e dirgli ancora una volta «grazie». L'intera cerimonia, inoltre, è stata seguita sui televisori degli spazi comuni delle carceri italiane. Da Brescia a Rebibbia, fino al carcere di Regina Coeli, dove Francesco è stato fino a tre giorni prima di morire.