Flash mob di Cgil e Uil verso lo sciopero del 29 novembre: «Basta con le politiche che penalizzano il pubblico e la sanità»
Fp Cgil e Uil Fpl hanno organizzato un flash mob a Roma contro la Legge di Bilancio, denunciando i tagli a sanità, sociale e pubblico impiego
In vista dello sciopero nazionale del 29 novembre, le sigle sindacali Fp Cgil e Uil Fpl hanno organizzato oggi un flash mob simbolico che ha visto centinaia di lavoratori del pubblico impiego radunarsi presso la scalinata del Campidoglio e davanti al ministero della Salute. La manifestazione è stata una protesta contro le misure contenute nella Legge di Bilancio 2024, considerate inadeguate e penalizzanti per i dipendenti pubblici e per i servizi essenziali come la sanità e il sociale.
Le due sigle sindacali, rappresentanti di migliaia di lavoratori nei settori pubblico e sanitario, hanno lanciato un forte messaggio al governo e alle istituzioni, denunciando come le risorse stanziate nella manovra finanziaria non siano sufficienti a garantire la sostenibilità del welfare pubblico.
Le critiche alla Legge di Bilancio, «Tagli e disuguaglianze»
Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil, ha definito la Legge di Bilancio 2024 un «colpo mortale al welfare pubblico». Tra le principali criticità sollevate dalla sindacalista, il blocco del turn over e la mancanza di risorse adeguate per i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) pubblici. Sorrentino ha sottolineato come la manovra non preveda fondi sufficienti per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), né per il sociale, e come non venga affatto superata la Legge Fornero in tema di pensioni, nonostante le promesse.
«Da un lato la legge di Bilancio penalizza il pubblico impiego, dall'altro destina ingenti risorse alla spesa militare, rimodula l'Irpef in modo da penalizzare il ceto medio e favorire i più ricchi, e continua a sostenere sanità e scuole private», ha dichiarato Sorrentino, ribadendo la posizione delle sigle sindacali che, al contrario, chiedono investimenti concreti per il pubblico, a partire dalla valorizzazione dei salari e delle condizioni di lavoro.
Sanità e lavoro pubblico, un sistema in crisi
Per quanto riguarda la sanità, Sorrentino ha parlato di una «farsa», denunciando l'assenza di soluzioni concrete per le criticità quotidiane come le lunghe liste d'attesa e la carenza di medici di medicina generale. «Non basta smettere di parlarne per risolvere i problemi», ha dichiarato la segretaria generale della Fp Cgil, indicando negli aumenti contrattuali proposti dal governo «un insulto» per i lavoratori del pubblico impiego, che non recuperano nemmeno il potere d'acquisto perso a causa dell’inflazione del 17 per cento. Le indennità, inoltre, «non sono per tutti e non sono stipendio tabellare», ha aggiunto, criticando la mancanza di un piano serio di valorizzazione professionale, che metta al centro la carriera basata su esperienza e competenza.
Anche Rita Longobardi, segretaria generale della Uil Fpl, ha denunciato le difficoltà per i lavoratori pubblici, parlando di «rinnovi contrattuali indecorosi». Longobardi ha messo in evidenza come il cambiamento delle caratteristiche del lavoro pubblico, a favore di un settore privato sempre più finanziato, stia penalizzando la qualità dei servizi e la sostenibilità del sistema. «Ci stiamo trovando di fronte a una progressiva privatizzazione del lavoro pubblico, con conseguenze dirette sulla qualità del welfare che offriamo ai cittadini», ha spiegato la sindacalista.
Un appello per il futuro del servizio pubblico e della sanità
Le due sigle sindacali hanno lanciato un appello al governo per l'avvio di un piano straordinario di assunzioni, in grado di fronteggiare la carenza di personale e garantire la qualità dei servizi. «Non possiamo più permetterci di rimandare», ha dichiarato Sorrentino. «Il nostro SSN ha bisogno di risorse e di personale. Solo con maggiori investimenti il diritto alla salute resterà pubblico, universale e gratuito, e la qualità dei servizi sarà garantita». Secondo i sindacati, le condizioni di lavoro nel pubblico devono essere migliorate, con particolare attenzione agli orari e alla conciliazione vita-lavoro, in modo da attrarre giovani professionisti e farli restare nel paese, contribuendo al rafforzamento delle istituzioni e dei servizi pubblici.
Lo sciopero del 29 novembre: un segnale forte contro la manovra
Lo sciopero nazionale del 29 novembre si preannuncia come un evento volto a far sentire la voce dei lavoratori pubblici in tutta Italia. Fp Cgil e Uil Fpl chiedono, oltre a un adeguamento delle retribuzioni, una vera valorizzazione del personale pubblico, più risorse per il settore sanitario e sociale, e un cambiamento radicale nelle politiche di bilancio che, a loro avviso, stanno danneggiando il paese e le sue fondamenta.
La protesta di oggi, con il flash mob, è solo il primo passo verso una mobilitazione che promette di crescere nei prossimi giorni. Se il governo non cambierà direzione, il 29 novembre potrebbe essere solo l'inizio di una lunga serie di azioni di protesta per difendere il pubblico impiego e la sanità pubblica.
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