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  • Edoardo Iacolucci

Filippide, sit-in e sport al Campidoglio: «No al blocco del progetto»

Oggi un centinaio tra istruttori, atleti con autismo e i loro familiari si sono ritrovati in Campidoglio. Si teme l'incertezza dell'attivazione del Progetto Filippide per il nuovo anno che coinvolge in attività sportiva persone con autismo o malattie rare. Le trattative con il Comune sono ancora in corso

la capitale
Sit-in Campidoglio per il «Progetto Filippide» (La Capitale)

«Non so leggere ma so correre: lasciatemelo fare ancora». «No al blocco del progetto Filippide». «Diritto allo sport per atleti con autismo e malattie rare». Sulla scalinata all’ombra della lupa capitolina del Campidoglio ci sono oltre un centinaio di persone. Sono familiari, istruttori e gli atleti di tutte le età, con autismo e malattie rare, che ogni anno riescono a praticare varie discipline sportive grazie al Progetto Filippide.


Adesso, questo progetto rischia di non vedere più la luce, per questioni sopratutto economiche e di fondi, e l’inizio delle attività per gli atleti con autosimo, che dovrebbe essere a ottobre, è tuttora incerto. I manifestanti si sono ritrovati quindi oggi qui per chiedere al Comune e soprattutto all’assessorato delle politiche sociali guidato da Barbara Funari di dare una rapida risposta su questa importante e delicata questione.


Gli istruttori di Filippide: « Il progetto migliora la vita quotidiana concretamente»

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Sabrina Bernabei, allenatrice nuoto

«Lavoro con il progetto dal 2011 e piano piano ha preso la parte più grande della mia vita - racconta Sabrina Bernabei, l'allenatrice del settore del nuoto artistico del progetto Filippide -, ma non perché sia una questione di ore lavorative, è per la passione che io, tutte le mie colleghe e tutti i miei colleghi del nuoto e dell'atletica mettiamo in campo. È impossibile - osserva - non capire che questo è un diritto, che sono persone che trovano veramente un grandissimo beneficio dallo sport».


Ci sono atleti infatti che inizialmente non sapevano fare neanche le scale, e dovevano essere o presi in braccio o accompagnati gradino per gradino, mentre adesso per esempio, escono da soli dal bordo della piscina: «Hanno acquisito delle abilità motorie che prima non avevano. Questo poi si ripercuote nella vita di tutti i giorni ed è un sostegno alle loro famiglie, perché avere una persona che non è in grado di fare le scale, devi andare a fare la spesa, devi andare in banca, devi fare mille giri e Roma non è una città senza barriere architettoniche, quindi l'allenamento, lo sport e il progetto Filippide ha l'obiettivo di migliorare la vita quotidiana in maniera concreta».

 

Nel nuoto artistico gli istruttori del progetto sono molto orgogliosi nel presentare i loro risultati: quattro medaglie d'oro al campionato del mondo inclusivo in Francia ad agosto, una d'argento e una di bronzo: «Abbiamo portato atleti ad una gara inclusiva in Spagna - ricorda Sabrina Bernanei -, abbiamo fatto campionati italiani con tutti i nostri atleti, facciamo collegiali durante i quali i ragazzi dormono fuori come se fossero la nazionale di un qualsiasi sport e tutto questo è solo ed esclusivamente a carico a livello economico del progetto Filippide, quindi non c'è soltanto l'attività gratuita, c'è la divisa, ci sono gli spostamenti, ci sono i collegiali, ci sono le strutture che utilizziamo..». Poi una precisazione sullo stipendio degli istruttori: «È fermo al 2012, quale azienda tiene fermo il pagamento di una qualsiasi persona, di un qualsiasi ruolo fermo al 2012? Nessuna, perché siamo nel 2024».


La "sfida" all'ombra di Marco Aurelio

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Giochi in Campidoglio (La Capitale)

Al termine di brevi discorsi di genitori e il presidente dell’associazione Pintus, gli atleti con autismo si sono “sfidati” sotto la statua di Marco Aurelio, a ritmo di musica. Slalom, conetti, salti e risate soddisfatte hanno accompagnato ogni loro percorso atletico.

«Così capiscono tutti cosa voglia dire per questi ragazze e ragazzi fare sport» commenta Antonio Omoroso, papà di un ragazzo che fa farte del Progetto Filippide.


I genitori: «Vogliamo continuità e certezza»

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Lucilla Mazzetta

«Siamo qua - spiega poi Lucilla Mazzetta, qui con sua figlia Giulia -, perché vogliamo protestare, vogliamo continuità e certezza per il progetto Filippide. L'episodio che è successo, sia il fatto che hanno fatto uscire l'avviso per la manifestazione di interesse il 5 settembre, la dice lunga di tutta una serie di inefficienze che ci sono state. Il progetto Filippide - continua - ha bisogno di certezze, di continuità, ha bisogno che gli operatori vengano pagati a livello giusto - C’è stata una modifica di legge - ma anche perché gli operatori sono bravissimi e hanno responsabilità incredibili per questi ragazzi che gli scappano, a volte sono anche violenti quando si innervosiscono, per cui bisogna adeguare gli stipendi».

 

I genitori vogliono quindi certezza che questo progetto possa continuare «che non ci siamo ritardi ai pagamenti perché c'è stato anche quello. È ora che il Comune - conclude Lucilla -, metta veramente la testa per capire come risolvere questo problema, perché così non si può più andare avanti».


La trattativa tra Filippide e Comune rimane in corso.


Intanto dal Campidoglio è stata pubblicata la manifestazione di interesse sul sito del Comune di Roma, dov'è presente già dai primi di settembre

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