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Anita Armenise

Fecondazione assistita, da gennaio nel Lazio accessibile a tutti. Dal San Filippo Neri: «Siamo inondati di telefonate»

I cittadini nel Lazio pagano un ticket di 36 euro e hanno accesso anche a tecniche che fino al 30 dicembre costavano fino a 4mila euro

ospedale san filippo neri

Dal primo gennaio di quest’anno le coppie del Lazio possono accedere alle prestazioni di fecondazione medicalmente assistita attraverso le Asl e la spesa è a carico del Servizio sanitario regionale. Ad eccezione di una simbolica cifra che riguarda il pagamento del ticket e che ammonta a 36,15 euro. Una rivoluzione per le coppie che affrontano problemi di fertilità che abbatte costi fino ad oggi proibitivi.


Fecondazione assistita, da gennaio non più un lusso per pochi

«La differenza rispetto a prima - spiega la dottoressa Arianna Pacchiarotti, responsabile del centro Pma del San Filippo Neri - è il pagamento esclusivamente del ticket, mentre prima era prevista un'esosa quota di compartecipazione a carico delle coppie. Si pagavano 500 euro per la fecondazione omologa e tra i 3,5 e i 4mila euro per la fecondazione eterologa». In ogni caso una cifra più accessibile rispetto al privato, dove si pagano, per la fecondazione assistita fino a 10mila euro.


Attualmente, le prestazioni sono erogate dal San Filippo Neri, l’unico ospedale pubblico nel Lazio e nel centro e sud Italia che effettua l’eterologa, cioè la fecondazione assistita con gameti donati da persone esterne alla coppia, che ha un percentuale di successo del 50 per cento contro un 20 per cento della fecondazione omologa. Poi il Pertini, il policlinico Umberto I, il centro Sant’Anna e il Santa Maria Goretti a Latina. Sono in corso di attivazione anche nell'azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini.


Un boom di richieste

I cittadini nel Lazio pagheranno un ticket di 36 euro e avranno accesso anche a tecniche che fino al 30 dicembre costavano 4mila euro. «Da gennaio siamo inondati di telefonate», continua la direttrice. Ad accedervi sono tutti coloro che rispettano i i criteri di inclusione quindi coppie di sesso opposto, maggiorenni e con un fattore di infertilità, sposati o conviventi. Escluse quindi le coppie omosessuali.


«Considerando tutti e 5 i poli e per quanto riguarda tutte le tecniche, io prevedo un aumento di almeno 70 persone al mese. Ora ne abbiamo circa 70, ma io prevedo che raddoppino».


Il servizio non è richiesto solo dai residenti del Lazio. Tantissimi anche gli stranieri che convergono al San Filippo Neri per le tecniche di procreazione assistita, cui accedono tramite il Stp, il tesserino che identifica l’assistito per tutte le prestazioni erogabili dal sistema sanitario nazionale che dura sei mesi, per fare la fecondazione. «Il sistema sanitario italiano è il migliore, nessuno è tutelato come noi e questo è un bene per l'umanità. Ho coppie che vengono dal Gabon, tantissime dall'Inghilterra, molte, molte, dal Bangladesh, dalla Cina».


La campagna della Regione di formazione e informazione

Contro infertilità e calo demografico la Regione Lazio nel maggio dello scorso anno aveva lanciato la campagna, presentata dal presidente Francesco Rocca e finanziata da fondi regionali per i centri Pma, «Il Nido della Cicogna», un'iniziativa di formazione a sostegno della natalità, per la promozione della riproduzione consapevole, la prevenzione dell’infertilità e la preservazione della fertilità femminile con lo screening per la ridotta riserva ovarica. 


Le quattro fasi erano state illustrate proprio dalla dott.ssa Arianna Pacchiarotti insieme al direttore generale della Asl Roma 1 Giuseppe Quintavalle e ai testimonial Raoul Bova, Rocio Muñoz Morales, Rosanna Banfi e Virginia Leoni.





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