Fascia verde, il comitato promotore del referendum No Ztl deposita il quesito
Andrea Bernaudo, portavoce del comitato «No Ztl fascia verde a Roma», nella mattinata di mercoledì 4 settembre ha depositato in Campidoglio il quesito referendario contro le limitazioni imposte dall'ordinanza del sindaco Roberto Gualtieri
«Su questa follia devono decidere i romani». Così Andrea Bernaudo, portavoce del comitato «No Ztl fascia verde a Roma», dopo aver depositato in Campidoglio il quesito referendario contro le limitazioni imposte dall'ordinanza del sindaco Roberto Gualtieri. Secondo l'ultimo provvedimento del primo cittadino, risalente allo scorso 27 marzo, fino al 31 ottobre hanno il divieto di accesso, di circolazione e di sosta nella cosiddetta «fascia verde» (che copre quasi interamente il territorio del Comune) gli autoveicoli benzina e diesel Euro 2 e precedenti, compresi quelli di proprietà dei residenti, e i diesel Euro 3. Per quanto riguarda ciclomotori, microcar e motoveicoli benzina e diesel Euro 1 e precedenti. A partire dall'1 novembre scatterà il divieto anche per gli Euro 4 diesel, ma la sua entrata in vigore sarà comunque vincolata al monitoraggio dell'aria e degli inquinanti.
L'ammissibilità del quesito contro la Ztl
Il prossimo step sarà il giudizio di ammissibilità del quesito referendario da parte di una apposita commissione comunale che arriverà entro 30 giorni, «ma sappiamo bene - sottolinea Bernaudo - che il nostro quesito è inattaccabile, poiché studiato e scritto da insigni giuristi. Noi consideriamo questo provvedimento una follia sotto tutti i punti di vista e questa deriva eco-estremista va fermata». Ma quali sono le motivazioni della protesta? Il portavoce del comitato porta all'attenzione due temi: da una parte il fatto che «sono stati spesi decine di milioni di euro per controllare con videocamere tutti i varchi della Capitale». Dall'altra parte «questo provvedimento darà un colpo durissimo all’economia di Roma, dal primo novembre infatti inibirà l’accesso a 600mila veicoli di proprietà delle famiglie romane meno abbienti e a tutti i pendolari, lavoratori e turisti che non possiedono un’auto nuova, ibrida o elettrica».
«Una prepotenza inaudita»
Infine Bernaudo definisce l'ordinanza «una prepotenza inaudita, un provvedimento inutile, stolto, ideologico, distopico ed elitario». E lancia un appello alle istituzioni: «A nome del comitato promotore del referendum chiediamo alle forze politiche che si sono battute in assemblea capitolina contro questa ordinanza di passare dalle parole ai fatti e di aiutarci nella successiva raccolta delle circa 28mila firme di romani, perché è ai romani che va restituita la parola. Ringraziamo tutti i romani e i comitati NO-ZTL che con noi hanno contribuito alla raccolta delle firme e che ad oggi sono gli oltre mille promotori del referendum. Siamo pronti alla successiva mobilitazione e aperti a collaborare con tutte le associazioni, partiti e comitati territoriali».
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