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Redazione La Capitale

Duplice omicidio a Cisterna di Latina: Desirèe Amato nel processo contro Christian Sodano: «Non voglio vederlo»

Il processo vede imputato il suo ex fidanzato Christian Sodano, finanziere di 28 anni accusato di aver ucciso la madre e la sorella della giovane a colpi di pistola nella loro abitazione nel quartiere San Valentino, a Cisterna di Latina

Renée Amato, Christian Sodano e Nicoletta Zomparelli
Renée Amato, Christian Sodano e Nicoletta Zomparelli

«Non fatemi vedere la sua faccia». È iniziata stamattina, nel tribunale di Latina, la deposizione di Desirèe Amato, nell’ambito del processo dov'è imputato il suo ex fidanzato Christian Sodano, finanziere di 28 anni accusato di aver ucciso la madre e la sorella della giovane a colpi di pistola nella loro abitazione nel quartiere San Valentino, a Cisterna di Latina.


La ricostruzione di Desirèe Amato: il tragico 13 febbraio

Nel corso dell’audizione, Desirèe, protetta da un separé per non vedere Sodano, ha ricostruito in lacrime i drammatici eventi del 13 febbraio scorso.


Ascoltata dal pubblico ministero, Desirèe ha raccontato che la sera prima del duplice omicidio, Sodano aveva dormito a casa loro per la prima volta. Questo perché la notte antecedente lei aveva manifestato la sua intenzione di lasciarlo, e lui era rimasto lì perché si era fatto tardi. La ragazza aveva quindi deciso di concludere la discussione il giorno successivo.


Una relazione segnata da controllo e minacce

Desirèe ha spiegato di aver conosciuto Christian nel 2023 e che, dopo i primi due mesi di relazione, ad ottobre c’era stato il primo litigio perché aveva pensato di lasciarlo.


La giovane ha descritto l’ex fidanzato come «possessivo». Ha ricordato un episodio in cui lui si era arrabbiato perché lei doveva andare a un compleanno di una sua amica a Milano. Dopo un litigio sotto casa dello zio, Sodano avrebbe iniziato a inviarle messaggi minacciosi, come: «Ogni scelta ha una sua conseguenza». Oppure: «Domani faccio una strage».


Il controllo di Sodano sulla vita di Desirèe

La ragazza ha dichiarato che «a volte tirava fuori la pistola senza puntarla, solo per farla vedere». Ha aggiunto di sentirsi «sotto controllo», affermando che non poteva andare «a ballare o fare dei viaggi da sola, che ci doveva essere sempre lui».

Quando incontravano un amico di lei, scoppiavano litigi: Sodano affermava che fosse una «mancanza di rispetto nei suoi confronti».


L’escalation di violenza

La sera del 13 febbraio, quando Desirèe gli aveva comunicato la sua intenzione di lasciarlo, lui le aveva chiesto: «Sei sicura? Sei sicura?». Lei aveva risposto che «per adesso era così, e poi si sarebbe visto».

Rientrata in casa per prendere una maglietta e un anello della madre di Sodano da riconsegnargli, lui era rimasto a parlare con lei e poi aveva estratto l’arma.


Dopo essere scappata in bagno, Desirèe ha sentito gli spari che hanno colpito sua madre e sua sorella. Sodano, nel frattempo, ha preso a calci la porta del bagno, gridando: «Esci, esci».

Quando Desirèe si è rifugiata nella camera della sorella, Sodano è entrato con la pistola in mano, l’ha poggiata sul letto e le ha detto: «Sparami tu».


A quel punto la ragazza è fuggita fuori, ha attraversato il terreno dietro la sua abitazione, sentendo altri spari provenire da casa. È arrivata a un benzinaio, dove ha chiesto aiuto.

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