Divieto al fumo nel I municipio, presentata una mozione: «Provvedimento impopolare ma danno evidente»
Per essere approvati, la mozione municipale discussa in consiglio giovedì prima e un eventuale regolamento comunale poi, dovranno fare i conti con le lobby dei venditori e dei consumatori, una battaglia «impopolare» che il firmatari dell'atto contro il fumo sono pronti a combattere

Vietare il fumo nei parchi, nelle aree pedonali, nei giardini, alle fermate dell'autobus. L'idea è quella di permetterlo sono il luoghi isolati, predisposti, «appositamente individuati e attrezzati per i fumatori». Questo il contenuto di una mozione presentata nel I municipio, il cui primo firmatario è il consigliere Lorenzo Minio Paulello e che sarà discussa questo giovedì in consiglio.
La mozione, se approvata, non vieterebbe il fumo ma rimarrebbe un atto di indirizzo, «un auspicio», spiega Nathalie Naim, consigliera del I municipio che ha sottoscritto l'atto. «Non abbiamo nessuna competenza come municipio», continua. La richiesta, infatti, è quella di adottare un regolamento per evitare il fumo, «in coordinazione con l'amministrazione comunale», che invece ha la competenza per farlo.
Fumo nel Lazio, qualche numero
Un vizio che riguarda adulti e giovani, che nel Lazio sono circa il 30 per cento del totale, secondo i dati 2022-23 del sistema di sorveglianza Passi. In generale un'abitudine più diffusa negli uomini che nelle donne, rispettivamente 32 per cento e 25 per cento, nelle persone con età inferiore ai 50 anni, nelle persone con scolarità media e in quelle con molte difficoltà economiche (38 per cento).
Fumo, il I municipio: «Perchè esporre tutti ad un pericolo così manifesto?»
«Perché continuare a esporre la popolazione a un pericolo così evidente? Perché in città come Milano e Torino si dovrebbe essere più tutelati rispetto ad altre città, se il rischio è uguale per tutti?», domanda retoricamente la consigliera. La questione, che riguarda altre nazioni come Francia, Spagna, Stati Uniti e Canada, si inserisce anche in un contesto europeo in cui esiste una raccomandazione in merito, sebbene non ancora una direttiva vincolante.
Per essere approvati, la mozione municipale prima e un eventuale regolamento comunale poi, dovranno fare i conti con le lobby dei venditori e dei consumatori, una battaglia «impopolare» che il firmatari dell'atto sono pronti a combattere per far fronte ad «un rischio evidente per la salute talmente alto e devastante».
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