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Rebecca Manganaro

«Diego e la stanza dei segreti», un racconto semplice e ironico per dare speranza

Diego nel libro racconta la storia della sua malattia, una mielodisplasia che l'ha portato a subire un trapianto di midollo

Presentazione del libro di Diego
Presentazione del libro «Diego e la stanza dei segreti»

Il libro «Diego e la stanza dei segreti» è stato presentato ieri, mercoledì 30 ottobre, all'istituto Bragaglia di Frosinone, dove lo stesso Diego è stato studente del liceo musicale. Si tratta di un racconto semplice e ironico per dare una speranza a chi purtroppo deve affrontare una situazione drammatica come quella di Diego e della sua famiglia. Una parte del ricavato della vendita del libro andrà ad Admo, associazione donatori di midollo osseo.


All'evento hanno presenziato: Alberto Farinacci, vice presidente Admo Lazio, Mattia Algeri, ematologo e ricercaotre del Bambino Gesù, Elsa Bianchini, caposala del day Hospital di oncoematologia del Bambino Gesù, Andrea Santacaterina, amico di Diego e aiutante del progetto, Cristina Lantoni, amica di famiglia e disegnatrice della capertina del libro e Fabio Giona, dirigente scolastico dell'istituto Bragaglia.



La storia di Diego

La firma di Diego sui libri
La firma di Diego sui libri

«Diego è un ragazzo con la sindrome di Asperger», racconta mamma Rosalba a La Capitale. «All'età di 11 anni ha avuto una mielodisplasia», un gruppo di patologie del sangue causate da un’alterata produzione a carico delle cellule staminali del midollo osseo, l'unica speranza di vita per lui era il trapianto.


«Abbiamo aspettato per quasi un anno un donatore compatibile al 100 per cento - ci spiega Rosalba -, ma non è mai stato trovato. Per questo il papà gli ha donato le cellule staminali». Lui era compatibile al 50 per cento, ma con questa tecnica avanzata di ricerca, che ha fatto il professor Franco Locatelli dell'ospedale Bambino Gesù, Diego è stato uno dei primi ad essere trapiantato in questo modo.


Diego racconta nel libro questa malattia così tragica attraverso i suoi occhi sinceri e attraverso il suo umore particolare e bellissimo allo stesso tempo.

«Quando è entrato all'ospedale Bambino Gesù era contento e pensava di trovarsi dentro un hotel». Per lui quella era una stanza singola bellissima, dove aveva anche la connessione internet gratis «all'epoca noi non avevamo ancora il Wi-Fi a casa, quindi per lui è stata una novità ed una scoperta fantastica».





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