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Dalla penisola iberica a Roma: il blackout che fermò la capitale nel 2003

  • Immagine del redattore: Giulio Calenne
    Giulio Calenne
  • 6 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Quando una festa diventò buio: il blackout della Notte Bianca e le sue conseguenze


Roma durante il blackout del 2003
Roma durante il blackout del 2003. Immagine IA

Il blackout che ieri ha colpito la penisola iberica riporta alla memoria un altro episodio: il grande blackout che nella notte tra il 27 e il 28 settembre 2003 spense Roma e gran parte dell’Italia.


La prima Notte Bianca e il blackout


Quella sera la capitale ospitava la sua prima Notte Bianca: musei, monumenti e negozi aperti fino all’alba, trasporti gratuiti e oltre mezzo milione di persone in strada, nonostante un forte temporale. Intorno alle 03:01, una linea ad alta tensione sul Passo del Lucomagno, in Svizzera, cedette per il contatto con un albero (la lunghezza dei conduttori aumentò a causa del riscaldamento dovuto ad una elevata richiesta di energia, avvicinandoli al terreno).


Il guasto si propagò in pochi minuti: le linee parallele tra Svizzera e Francia si sovraccaricarono e si spensero a loro volta. Alle 03:27 l’Italia rimase isolata dalla rete elettrica europea. La frequenza interna crollò, provocando lo spegnimento a catena di quasi tutti gli impianti di produzione nazionali, tranne quelli che alimentavano la Sardegna e alcune isole minori.


Roma nel buio


A Roma, alle 03:28, l’intera città piombò nel buio. Le luci di piazze, monumenti e teatri si spensero e la festa s’interruppe bruscamente; migliaia di persone furono costrette a cercare riparo sotto la pioggia.


Le conseguenze furono immediate. I Vigili del Fuoco effettuarono circa un centinaio di interventi per liberare persone rimaste bloccate negli ascensori. Nella metropolitana, centinaia di passeggeri furono evacuati a piedi attraverso i tunnel. Oltre 110 treni si fermarono in tutta Italia, con circa 30 000 passeggeri bloccati, molti nei pressi di Roma. Furono attivati subito i gruppi elettrogeni per ospedali, questure e centrali operative del 118 e i Vigili del Fuoco ricevettero oltre 600 chiamate nel corso della notte.


L’elettricità iniziò a tornare gradualmente dalle 11:30 nelle prime zone centrali — il Tridente, il Colosseo, Trastevere — per raggiungere la periferia nel tardo pomeriggio. La stabilizzazione completa della rete avvenne solo in serata.


Impatti e conseguenze economiche


Non si registrarono vittime dirette a Roma, mentre quattro decessi furono rilevati in Puglia e nel Trevigiano. Le prime stime diffuse da Confcommercio parlarono di perdite superiori a 100 milioni di euro per il commercio al dettaglio a livello nazionale, con un impatto particolarmente pesante sulla capitale.


Il blackout del 2003 mise in evidenza la vulnerabilità energetica dell’Italia e accelerò le riforme del settore elettrico: nel 2005 Terna si separò definitivamente da Enel, assumendo il ruolo di gestore indipendente della rete di trasmissione nazionale, e vennero varati nuovi piani per aumentare la produzione interna e migliorare la gestione delle emergenze urbane.


Roma non ha vissuto i disagi drammatici che hanno colpito la penisola iberica, ma sappiamo bene quanto sia importante garantire la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture energetiche. Roma è famosa anche per le sue luci.


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