Dal liceo Amaldi di Tor Bella Monaca l'appello dei lavoratori: «Il salario si adegui all'inflazione»
- Anita Armenise
- 30 mar
- Tempo di lettura: 2 min
L’appello dell'Amaldi ha ottenuto oltre 1.000 adesioni in pochi giorni su Change.org e ha trovato supporto anche da altre realtà lavorative

È in corso in questi giorni la trattativa per il rinnovo del contratto nel settore scuola e università perchè secondo quanto denunciato da diversi insegnanti, il contratto in discussione non tiene conto dell’aumento dell'inflazione che si è registrato negli ultimi anni. Un appello lanciato dai lavoratori del liceo Amaldi di Tor Bella Monaca, che hanno messo in evidenza questo fenomeno.
L'«imposta occulta» e la petizione
Il problema riguarda il fatto che se l’aumento proposto in busta paga è di pochi euro, risulta insufficiente a compensare la perdita del potere d’acquisto, che in media ammonta a circa 300 euro in meno al mese. Un problema che non riguarda solo il settore scolastico, ma che coinvolge anche i lavoratori pubblici e privati in tutta Italia, con migliaia di persone che si trovano a fare i conti con una perdita salariale reale.
Più di 120 lavoratori, tra insegnanti, personale Ata e segreterie, hanno firmato un documento che denuncia la svalutazione salariale tra il 2022 e il 2024, un periodo che ha visto l'inflazione crescere del 17,3 per cento. Il rinnovo contrattuale proposto per il mondo della scuola prevede un aumento nominale del 6 per cento, che corrisponde a circa 150 euro lordi. Tuttavia, considerando l'inflazione, questa cifra è ben al di sotto della reale perdita del potere d’acquisto, che ammonta a circa 450 euro (un calo del 17,3 per cento). Questo divario di circa 300 euro rappresenta quella che i lavoratori chiamano una "imposta occulta", che grava quotidianamente sui salari.
I lavoratori del liceo Amaldi chiedono una risposta adeguata alla situazione, invitando a mobilitarsi attraverso coordinamenti nei luoghi di lavoro, dibattiti, volantinaggi e lezioni di educazione civica sul tema del salario. Il movimento non riguarda solo i lavoratori della scuola, ma si estende a tutti i settori del lavoro, pubblici e privati, e invita tutte le organizzazioni a unirsi per sostenere questa battaglia. L’appello ha ottenuto oltre 1.000 adesioni in pochi giorni su Change.org e ha trovato supporto anche da altre realtà lavorative.
La crisi salariale: alcuni numeri
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha recentemente pubblicato i dati relativi ai salari reali in Italia dal 2008 al 2022, confermando una perdita pari all’8,7 per cento. Questo dato posiziona l'Italia tra i pochi paesi sviluppati, insieme alla Spagna, ad aver registrato un calo significativo dei salari. Se si sommano questi dati con quelli degli ultimi due anni (2022-2024), si arriva alla conclusione che dal 2008 a oggi i salari reali in Italia sono diminuiti di circa il 20 per cento. Un dato che mette in evidenza una crescita dei salari nettamente inferiore rispetto ad altri paesi dell’OCSE, con l’Italia che detiene il primato negativo per la crescita salariale nel lungo periodo.