Da Quarticciolo a San Basilio, da Laurentino 38 a Torre Maura: le periferie si uniscono contro il Governo e il modello Caivano
Dopo la prima manifestazione a Quarticciolo e in attesa del corteo del primo marzo, Sinistra civica ecologista ha organizzato un incontro in Campidoglio per riunire poli civici, associazioni e comitati di molti quartieri di Roma contro l'idea securitaria della destra che intende calare dall'alto le soluzioni ai problemi delle periferie. All'appuntamento hanno partecipato tutte le forze politiche di maggioranza e il Pd: «Il Governo vuole fare campagna elettorale».

La molla è scattata a dicembre scorso quando il Governo ha varato, nell'ultimo consiglio dei ministri dell'anno, il decreto dedicato alle emergenze e all’attuazione del Pnrr individuando sei aree metropolitane dove attuare piani straordinari che prevedono interventi di natura infrastrutturale, sociale e soprattutto di ordine pubblico. Tra queste c’è anche la zona di Roma Alessandrino - Quarticciolo alla quale l’esecutivo vorrebbe, in sostanza, applicare il «decreto Caivano». La contestazione nella Capitale è arrivata subito dopo con una prima manifestazione organizzata da «Quarticciolo ribelle» che, dopo una serie di iniziative nel mese di febbraio, approderà al corteo del primo marzo. Un'occasione che ha riunito i poli civici, le associazioni e i comitati di molti quartieri di Roma contro l'ideologia securitaria della destra e contro un governo che intende calare dall'alto le soluzioni ai problemi delle periferie. «Ogni trasformazione deve partire dai territori e da chi li abita», ha detto il consigliere capitolino Alessandro Luparelli aprendo l'iniziativa di Sinistra civica ecologista (Sce) «Roma è i suoi quartieri» che si è tenuta lunedì 10 febbraio al Campidoglio. Un appuntamento al quale hanno partecipato, insieme alle associazioni, alcuni esponenti del Partito democratico come la deputata Michela Di Biase, la capogruppo in assemblea Capitolina Valeria Baglio e il consigliere comunale Giammarco Palmieri.

Il modello Quarticciolo
A Quarticciolo negli ultimi 10 anni è nata una palestra popolare, un poliambulatorio, un doposcuola e tante altre attività sociali, anche in assenza delle istituzioni. E ora, nonostante il quartiere - di circa 3000 residenti - abbia necessità di opere pubbliche e servizi, gli abitanti vogliono che le trasformazioni si attuino insieme alla cittadinanza. «Il decreto Caivano non è uno strumento neutro», ha detto Pietro del comitato di quartiere Quarticciolo. Ad esempio «gli investimenti, che che dovrebbero essere la parte positiva del decreto, sono tutti schiacciati sulle infrastrutture che poi si traducono in mega centri sportivi, come abbiamo visto accadere anche a Caivano». Tutto questo avviene mentre «nel territorio la scuola media sta chiudendo, perché non si formano le classi prime, il consultorio è aperto una volta a settimana e investire dei fondi pubblici senza porsi il problema dell'organico che garantisce l'erogazione dei servizi, vuol dire stare nel paradosso». Quello che Quarticciolo sta facendo con le iniziative pubbliche di queste settimane è «non chiudersi in se stesso, in una difesa resistenziale rispetto a quello che abbiamo costruito, ma lavorare insieme agli altri nel piano che dal basso può trasformare il quartiere».
Sinistra civica ecologista: «Roma è già cambiata ma ora bisogna accelerare»
Ci sono a Roma molti territori che stanno realizzando «ambulatori popolari, palestre, orti urbani e poi la dimensione associativa che si coordina, i servizi dal basso», ha detto Andrea Catarci, direttore dell'ufficio Giubileo delle persone e della partecipazione. Ora «la città deve unire queste isole di resistenza perché diventino anche programmi politici delle amministrazioni e delle forze politiche oppure non c'è alternativa alla destra». Il messaggio è chiaro: «Bisogna rimettere insieme i bisogni, le strategie e i sogni», ha proseguito Catarci. Ma «dobbiamo fare presto», ha aggiunto la consigliera capitolina di Sce Michela Cicculli anche «per restituire ai quartieri quello che è stato loro tolto, a prescindere dalle responsabilità» e rendere effettivi «strumenti già esistenti come la delibera sui poli civici e la delibera 104 sull'utilizzo degli immobili di Roma Capitale». Su tanti aspetti «come molte riqualificazioni, la mobilità e i rifiuti, Roma è già cambiata», ha ripreso Luparelli ma «adesso dobbiamo accelerare» e affermare che «nessuna trasformazione può avvenire senza partecipazione e senza il riconoscimento delle realtà che in questi anni a mani nude hanno resistito». Il cosiddetto «decreto Caivano ci sembra un trampolino di lancio per la campagna elettorale, come se un intervento manu militari possa risolvere il problema della droga in un quartiere». Per il consigliere «bisogna capire bene come saranno utilizzati i 30 milioni» e come il Governo intende «spendere i soldi» per i temi più importanti come «la casa, il lavoro, i servizi».

Pd: «Il Governo vuole fare campagna elettorale, il sindaco sia il referente»
«Non si capiscono i criteri con cui il Governo ha deciso i quartieri» da inserire nel decreto, ha dichiarato la parlamentare del Partito democratico Michela Di Biase. «L’unica motivazione sembra essere la volontà di iniziare a fare campagna elettorale», ha proseguito. Ora che il provvedimento giungerà nelle commissioni e poi in aula «quello che chiederemo in primis - ha aggiunto la deputata - è che il commissario sia il sindaco di Roma» visto che quello che sta avvenendo «non è mai avvenuto: si commissaria il sindaco di una città che è stato eletto». Roberto Gualtieri «deve essere il referente» anche per la capogruppo al Campidoglio del Pd Valeria Baglio secondo cui quello che serve a Quarticciolo «sono le politiche abitative, sociali e i presidi culturali ed educativi. Noi al fianco delle reti - ha proseguito Baglio - vogliamo lavorare per costruire un’alternativa al centro destra, un modello senza repressione che offre soluzioni». L'amministrazione comunale «può contribuire affinché le realtà territoriali si rafforzino per contrastare il modello che viene proposto dalla destra», ha aggiunto il consigliere capitolino Giammarco Palmieri.
San Basilio ed Esquilino: «Scuola, occupazione, cultura e no alle cancellate»
In un quartiere alle prese con il dimensionamento scolastico, la consigliera di Sce del IV municipio Carla Corciulo Cortibelli, in rappresentanza del Polo civico San Basilio, ha annoverato tra le priorità su cui lavorare quella della scuola. «Bisogna aprire un contenzioso con la regione», ha detto». Inoltre «a San Basilio non c'è un poliambulatorio e poi va affrontato il problema dell'occupazione». In secondo luogo «è necessario investire sulla cultura» e «costruire qualcosa di alternativo al modello Caivano lavorando nelle periferie nei prossimi due anni con un tavolo per ciascun quartiere a rischio». Bisogna essere concreti anche per Lorenzo del Polo civico Esquilino che chiede di partire da questioni semplici ma essenziali: «Da noi si citano spesso le zone rosse e le cancellate che non servono a niente», dice in riferimento alla presenza di persone senza dimora. Sarebbe importante, ad esempio «installare delle campane per il vetro e ripristinare il vuoto a rendere» offrendo un buono a chi smaltisce le bottiglie. Inoltre «dovremmo porci i problemi delle dipendenze e delle malattie psichiatriche, queste sono le vere criticità», ha ribadito.
Laurentino 38 e Torre Maura: «Investire su poli civici e questione abitativa»
La narrazione che si sta facendo, in seguito al cosiddetto decreto Caivano «è irrispettosa di chi in questi quartieri ci vive e crea resistenza» per Reattiva - Laurentino 38 secondo cui «una traccia di lavoro l'abbiamo già e dobbiamo utilizzare maggiormente gli strumenti come le delibere sui poli civici e sul patrimonio comunale». Allo sportello sociale del Polo civico Torre Maura «la maggior parte delle persone che chiedono aiuto lo fanno per la questione abitativa», ha dichiarato la referente del polo civico dell'unico municipio (il VI) governato del centro-destra nella Capitale. «Arrivano anche donne che hanno subito violenza in un territorio dove non ci sono centri antiviolenza».
«Propaganda neofascista»
All'incontro hanno partecipato tutti i partiti di maggioranza in Campidoglio oltre alla Cgil che ha annunciato la sua presenza al corteo del primo marzo a Quarticciolo. «Oggi con questo decreto, che è di propaganda neofascista, si attacca Quarticciolo perché, attraverso le reti che ha costruito, sta mettendo un campo un processo di liberazione dalla criminalista organizzata», ha dichiarato Tiziana Biolghini, consigliera capitolina di Roma Futura a cui si è unito l'appello di Demos: «Non mettiamo l'attenzione mediatica sulla paura». Intanto Rocco Ferraro della Lista Civica Gualtieri ha detto che serve «un piano Marshall per le periferie». Bisogna rispondere al Governo «valorizzando i territori e facendo entrare le istituzioni in punta di piedi - ha aggiunto il consigliere - rispetto alle realtà che si sono sostituite ad esse in questi anni».
Komentāri