Crisi idrica, la situazione di Roma e del Lazio: «Il vero problema della Capitale è il caldo»
Aggiornamento: 27 set
Il caldo, oltre ai rischi per la salute, ad un aumento della domanda d’acqua e ad una diminuzione della sua disponibilità a causa della elevata evapotraspirazione da parte dei corpi idrici e dei terreni, è causa di una alterazione del regime piovano
Caldo, scarse precipitazioni e siccità. Questa la combinazione che ha portato il Lazio, in particolare le zone in provincia di Roma, Frosinone e Viterbo, ad essere in difficoltà in termini di severità idrica. A dipingere questo quadro è Marco Casini, il segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale, l'ente che promuove la difesa e la valorizzazione del suolo e una efficiente ed efficace gestione delle risorse idriche del territorio.
Il caldo causa poche piogge e di maggiore densità: gli allagamenti di settembre
«Il vero problema di Roma è il caldo. Il contesto climatico non può che peggiorare e dobbiamo cominciare a farci i conti», afferma il segretario generale dell'Aubac. Nella Capitale a luglio 2024 la colonnina di mercurio ha superato i 40°C ben dodici volte raggiungendo addirittura i 44.1 °C il 29 del mese. Sempre a luglio, quest’anno al centro di Roma, la temperatura notturna non è mai scesa al di sotto dei 20°, attestandosi stabilmente per ben 25 notti sopra i 24 °C con punte di 28 °C, sempre il 9 luglio.
Il caldo, oltre ai rischi per la salute, ad un aumento della domanda d’acqua e ad una diminuzione della sua disponibilità a causa della elevata evapotraspirazione da parte dei corpi idrici e dei terreni, sono causa di una alterazione del regime piovano che sta portando ad una diminuzione del numero dei giorni di pioggia nell’arco dell’anno e ad una concentrazione dei quantitativi piovuti in pochi eventi di grande intensità, di nessuna utilità per la ricarica degli acquiferi e di grande danno per il territorio.
«Ne è un esempio l’evento meteorologico che ha colpito Roma il 3 settembre scorso dove in un’ora sono caduti ben 49,2 mm di pioggia - conferma il segretario - pari al 30 per cento della pioggia caduta complessivamente nei primi 8 mesi del 2024 da 1° gennaio al 31 agosto, 286 mm».
Crisi idrica, in allerta le condizioni di fiumi e laghi
Nel Lazio, leggermente migliore, ma comunque in peggioramento, è la situazione nelle province di Rieti e Latina. Le piogge si sono ridotte del 40 per cento rispetto allo scorso anno e questo ha ripercussioni sulle sorgenti, i cui livelli di riempimento dei serbatoi naturale o artificiali, dei laghi e i livelli delle falde sono al di sotto dei valori medi. Conseguenze catastrofiche anche sui deflussi dei corsi d’acqua che in alcuni casi risultano inferiori ai valori minimi ecologici vitali.
Nella provincia di Roma, dove gli apporti delle precipitazioni dell’ultimo anno sono stati i più bassi degli ultimi 40 anni, i valori di portata sono molto vicini e a volte inferiori ai minimi storici. Questo discorso vale sia per le sorgenti principali, quelle del fiume Peschiera e le acque delle sorgenti delle Capore, sia per le fonti minori, le sorgenti dell'Acqua Marcia e quelle del Simbrivio.
Le acque dei laghi di Albano e Nemi sono scese di oltre 50 centimetri nell'ultimo anno. Anche le stazioni del Tevere, in particolare quella di Ripetta, sono ormai stabili su una soglia di meno di 80 metri cubi di acqua al secondo, un numero preoccupante a fronte di una media storia di oltre 130,
Alla stazione di Ripetta il Tevere continua a mantenersi stabilmente al di sotto degli 80 metri cubi al secondo a fronte di una media storica di oltre 130, a testimonianza di un bacino idrografico in grande sofferenza. Così come i laghi, quelli di Albano e Nemi in primis, il cui livello nell’ultimo anno è sceso per entrambi di oltre 50 cm.
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