Corteo pro-Palestina: «Non rinunceremo alla manifestazione del 5 ottobre»
Aggiornamento: 23 set
Il corteo organizzato dal Movimento degli studenti palestinesi in Italia, dall'Associazione dei palestinesi in Italia, dal Coordinamento di solidarietà con il movimento palestinese e da altre sigle a sostegno, è partito da piazza Vittorio
«Noi non rinunceremo alla data del 5 ottobre, data in cui è stata indetta la manifestazione nazionale. Non si sogni questo governo di vietare quella mobilitazione, saremo migliaia». Lo hanno urlato con fermezza dal megafono gli organizzatori del corteo pro-Palestina nel cuore dell'Esquilino, facendo riferimento all'ipotesi del Viminale di vietare la manifestazione indetta per il prossimo 5 ottobre, a un anno dall'eccidio del 7 ottobre in Israele da parte di Hamas. Secondo il ministero dell'Interno l'iniziativa inneggerebbe all'attentato terroristico, definito «come giorno di inizio di una rivoluzione» e per questo rappresenterebbe un rischio per l'ordine pubblico.
Gli organizzatori del corteo pro-Palestina
Partita da piazza Vittorio intorno alle 15:30 di sabato 21 settembre, sotto il controllo di polizia di Stato, carabinieri e vigili urbani, la mobilitazione è stata organizzata dal Movimento degli studenti palestinesi in Italia, dall'Associazione dei palestinesi in Italia, dal Coordinamento di solidarietà con il movimento palestinese e da altre sigle a sostegno. Presenti anche Potere al popolo, Cambiare Rotta (organizzazione giovanile comunista) e Osa (Opposizione studentesca d'alternativa). «È il primo giorno di ripresa dei cortei», gridano al megafono gli attivisti, con l'invito ai partecipanti a «farsi sentire». Tra bandiere palestinesi e slogan contro Israele, centinaia di persona sfilano per arrivare a piazzale Tiburtino.
Striscioni e bandiere palestinesi all'Esquilino
In testa al corteo uno striscione con scritto: «Ieri partigiani, oggi antisionisti e antifascisti, con la resistenza palestinese». Sul camioncino che guida la manifestazione un bimbo espone un cartello con su scritto «mi hanno detto che tutti i bambini sono uguali, era una bugia». Intanto uno degli organizzatori ribadisce: «Israele ha infranto qualsiasi linea rossa e non ha diritto a fare pulizia etnica su un popolo inerme». E ancora: «Saremo nelle scuole, nelle piazze. Saremo a banchettare e scioperare». «Non importa se oggi saremo tanti o pochi - dice una manifestante - ma dobbiamo il riconoscimento ai nostri fratelli palestinesi».
L'arrivo davanti alla Sapienza
Il corteo è giunto a destinazione circa due ore più tardi, allungando il percorso e arrivando a piazzale Aldo Moro, davanti alla Sapienza blindata dalle camionette della polizia. Gli oltre 600 manifestanti scesi in piazza si sono fermati cantando «Casa Mia» di Ghali. Ancora slogan gridati: «Siamo tutti Palestinesi» oppure «Fuori l'Italia dalla Nato». Gli studenti sventolano le bandiere, issano manifesti e striscioni, e alla fine danno dato vita a una maratona di interventi dal megafono. «Non crediamo nella soluzione due popoli in due stati», sottolinea l'organizzatrice. Molti i cori innalzati anche contro il governo italiano. Poi i fumogeni rossi hanno colorato l'atmosfera, mentre dalle casse e dal corteo in coro «Bella ciao» risuonava per le strade di Roma.
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