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  • Edoardo Iacolucci

Corteo pro Palestina 5 ottobre a Piramide: la Questura lo vieta. Ma gli organizzatori: «Scendiamo in piazza»

Il divieto dei cortei non ferma i manifestanti. La prescrizione da parte della Questura di Roma viene considerata «un divieto politico»

corteo

Era nell'aria ma ora è ufficiale. La Questura di Roma ha vietato i cortei pro Palestina in programma nella Capitale il prossimo 5 ottobre, notificando un provvedimento di divieto ai promotori delle due diverse manifestazioni.


Una decisione presa considerando sopratutto la vicinanza della data a del 7 ottobre , data dell'anniversario dell'attacco di Hamas contro Israele del 2023 (giorno del 50esimo anniversario dell'inizio della guerra arabo-israeliana del 1973) che ha scatenato la guerra ancora in corso, contro Gaza.


Le vittime della guerra tra Israele e Palestina, dal 7 ottobre 2023

Tra il 7 ottobre 2023 e il 18 settembre 2024, sono stati uccisi almeno 41.272 palestinesi mentre 95.551 sono rimasti feriti, dati forniti dal ministero della Salute di Gaza (controllato da Hamas).

Secondo l‘esercito israeliano e fonti ufficiali israeliane citate dai media, sono stati uccisi più di 1.546 israeliani e cittadini stranieri (la maggior parte nell'attacco del 7 ottobre 2023 e nelle immediate conseguenze). Tra le oltre mille vittime, 346 sono soldati uccisi a Gaza o al confine, dall’inizio dell’operazioni via terra. Ai morti si aggiungono 2.284 soldati israeliani sono stati segnalati feriti dall’inizio dell’operazione di terra.


Ministro Piantedosi: «Non celebrazioni di eccidi»

Proprio il ministro dell’Interno Piantedosi pochi giorni fa  a margine del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, tenutosi ad Avellino, aveva dato il suo via libera per «ogni libera espressione, anche di critica legittima, contro qualsiasi Governo, che sia quello israeliano, palestinese o italiano». Ma, precisando, «non formule di celebrazione di eccidi». Così il capo del Viminale sull'ancora ipotetica decisione di vietare il corteo pro-Palestina nella Capitale. La Questura ha poi messo il punto sulla questione.

Gli organizzatori del corteo: «Scendiamo comunque in piazza, non un passo indietro»

Ma gli organizzatori dei cortei non ci stanno. La prescrizione da parte della Questura di Roma viene considerata «un divieto politico». L'accusa è rivolta al Governo colpevole di «usare gli strumenti della repressione per mettere a tacere ogni forma di solidarietà nei confronti del popolo palestinese».


Secondo l'organizzazione «Giovani Palestinesi», dietro alla questione dell' «ordine pubblico» si celerebbe, invece, «la volontà politica di censurare la mobilitazione, in un clima di repressione politica mai visto prima».


Ad essere oggetto di attacchi è anche il famigerato ddl sicurezza: «Questo divieto non è altro che il preludio dello stato di guerra che entrerà in vigore con il ddl 1660, il nuovo decreto sicurezza del Governo Meloni, messo a punto per reprimere brutalmente qualsiasi forma di protesta e di dissenso, come nel nostro caso. Un precedente pericoloso per chiunque si batta per il diritto alla libertà di manifestazione e di espressione».


Il 5 ottobre in piazza i manifestanti fanno sapere che scenderanno per gridare «l'illegittimità dell'intoccabile alleato italiano e ricorderemo i nostri martiri palestinesi e libanesi».


Il corteo indetto nella Capitale, da Giovani Palestinesi, Associazione dei Palestinesi in Italia, Unione Democratica Arabo Palestinese e Comunità Palestinese d’Italia partirà dunque alle 14, di sabato 5 ottobre, da Piramide.



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