Conferenza stampa di Ranieri con Dybala prima di Athletic Bilbao-Roma
La conferenza stampa di Claudio Ranieri e Paulo Dybala alla vigilia di Athletic Bilbao-Roma, giovedì 13 alle 18:45

Il mister Claudio Ranieri, insieme a Paulo Dybala, ha risposto alle domande dei giornalisti presenti in conferenza stampa in vista di Athletic Bilbao-Roma, che si giocherà giovedì 13, alle 18:45 al San Mamés.
Cosa è cambiato nel suo lavoro con i 5 cambi? Quanto si può incidere sulla partita? Oppure, come dice Allegri, un allenatore è bravo quando fa meno danni?
Sicuramente, io lo dico sempre. Un allenatore è bravo quando fa meno danni. La forza di un allenatore sono i propri giocatori, io ho la fortuna di avere buoni giocatori, che mi seguono, sanno che se sbaglio lo faccio in buona fede, sanno che non ho altre mire e cerco di aiutarli con tutte le mie possibilità, conoscenze. Certo avere 5 giocatori, che meritano di giocare, non giocano dall’inizio, ma capiscono la problematica. Ognuno di noi è un po’ permaloso e magari possono pensare che se non giocano non hanno la mia fiducia, tutte queste cose qua. No, loro sanno che per me sono veramente – non dico tutti uguali – ma uno differente dall’altro. E allora, nel corso della partita ci sono tante partite, questi ragazzi mi permettono di aiutarli cambiando alcune cose. La mia fortuna è avere questi ragazzi a disposizione.
È riproponibile la partita dell’andata?
Io credo che già dentro una partita ci sono tante partite. E una partita non è mai uguale all’altra. Domani sera l’Athletic, con la spinta del proprio pubblico, spingerà ancora di più. Noi dobbiamo essere bravi a fare il nostro gioco, senza paura, cercando di attaccare e difendere come stiamo facendo ultimamente.
Il mister interviene dopo una domanda fatta a Dybala, sul suo essere leader tecnico e non solo.
Non è solo un leader carismatico, tecnico, è diventato leader in tutto e per tutto. Lui si sente partecipe al bene della squadra. Stiamo parlando dello sport della squadra. Io ho la fortuna di avere dei leader che si sentono partecipi alle sorti di una squadra. E tutto quello che fanno, lo fanno per il bene della squadra. Questo lui l’ha capito benissimo e lo sta portando avanti. Lui, come altri compagni.
Entrerete in campo con quale spirito? Come se non ci fosse stata l’andata o con il pensiero di poter avere due risultati su tre?
Io dico che noi dobbiamo entrare in campo e fare il nostro gioco, sapendo che davanti abbiamo una squadra bella, compatta, tosta, che cercherà di vincere la gara. Se entriamo in campo con la paura o il pensiero che il pari ci potrà stare bene, l’andremo a perdere. Già gliel’ho detto a loro, andiamo a fare la partita come siamo abituati. Attacchiamo in 11 e difendiamo in 11, sapendo quali sono i nostri pregi, i nostri difetti, dobbiamo cercare di nascondere il più possibile i nostri difetti. Noi sappiamo quali sono.
Questa partita può rappresentare un bivio decisivo in questa stagione, in un senso o nell’altro?
Questo lo possiamo sapere solo vivendole le cose. Io dico ai ragazzi di cancellare la partita precedente, sia vinta, sia persa. Quello che abbiamo fatto, non macina più. Acqua passata, non macina più. Noi dobbiamo pensare alla partita che c’è domani. Finita quella, io ho già tutti i video della gara con il Cagliari. Io ragiono così, una partita alla volta. Non mi ricordo nemmeno il risultato di due partite fa, non mi ricordo i giocatori, sono concentrato su questa partita. E chiedo alla partita di fare questo. Non mi interessa se passiamo o no, se è un bivio o non è un bivio. Domani c’è una grande partita, punto. Domenica c’è un’altra grossa partita. Io cerco di tirare fuori il massimo dalla squadra e da me stesso, partita per partita.
Lei vinse qui a Bilbao nel 1996 con il Valencia. Oggi, quasi trent’anni dopo, è di nuovo qui a giocarsi qualcosa di importante. È un po’ orgoglioso di questo?
L’anno scorso sapevo di smettere, quando andavo all’Olimpico, a San Siro, dicevo questa è l’ultima volta che lo faccio. E chi si immaginava di venire qui alla Catedral in Spagna? Sono orgoglioso, sì, ma quando non allenerò più vedrò quello che ho fatto e dirò qui potevi fare meglio. Sicuramente. Conoscendomi, essendo molto severo con me stesso, andrò a vedere più le cose che ho sbagliato. Ma è la vita, non ho problemi ad affrontare le cose sbagliate, come non mi fanno andare di testa le cose che ho fatto bene. Metto tutto nel calderone. E sono un uomo fortunato. Fortunato di allenare da tantissimo tempo. Fortunato perché stando con i giovani, resti giovane. Fortunato perché faccio un mestiere che amo. Non tanti possono dire faccio il lavoro che mi sono scelto, che ha dato da vivere a me e alla mia famiglia. Per cui, sono contento”.
All’andata la Roma ha preso gol da calcio da fermo e in totale ne ha presi 7 in stagione. Pensa di cambiare qualcosa in questo aspetto?
“Non si può cambiare dall’oggi al domani, anche se io ho fatto sia la zona, sia la marcatura a uomo. Quando ho detto che noi dovremo nascondere i nostri difetti, ci sta anche queste cose qua. Contro una squadra che fai dei calci di punizione il suo fiore all’occhiello. Per cui, dovremo essere molto attenti”.
Il mister interviene a margine di una domanda rivolta a Dybala sulle sue condizioni fisiche.
“Ho la fortuna di avere uno staff meraviglioso, io sono soltanto la punta dell’iceberg. Dietro di me c’è un nucleo di persone che lavora giorno e notte per cercare di far star bene i giocatori. Paulo è uno di questi. Non c’è soltanto una persona, ma uno staff intero che studia con me le metodologie e quanto riposo dare ai giocatori. È tutto un insieme di componenti, non c’è un esercizio. Altrimenti, perché non l’ha fatto prima? È tutto un insieme di fattori per non far infortunare i giocatori. Abbiamo tirato fuori una statistica, se non sbaglio siamo la squadra con meno infortuni e subito si è fatto male Celik. E questo è un guaio. Ma è il calcio, nel calcio ci possono stare dei guai, auguriamoci che siano solo piccole interruzioni e che non ci sia un grosso infortunio”.
Come mai nelle ultime partite Saelemaekers non è partito titolare? C’è una motivazione?
No, come non giocava Hummels, non giocava Saelemaekers. Ce ne ho tanti, giocano bene, se un pochino riposa qualcosa, non succede nulla. Quando è entrato poi ha fatto bene, assist o gol, sono contento così, va bene così.
Che ricordo ha dello stadio dell’Athletic? E quali saranno le chiavi del match di domani?
L’ambiente sarà fenomenale, una grande tifoseria, lo stadio è una meraviglia. Complimenti per tutto. La chiave non la so, non la conosco, la chiave spero che sia italiana, come squadra. È chiaro che giocheremo contro una grande squadra, una squadra che gioca veloce, diretta. Non è la solita squadra spagnola che ha palla a lungo. Sappiamo quali sono i punti forti e come giocarli. Vedremo cosa succederà.
Le parole di Paulo Dybala: «La cosa più importante è tornare a Roma con il passaggio del turno»

Stai diventando anche un leader carismatico: c'entra Ranieri?
Sicuramente sì, con la sua esperienza, con i giocatori che ha avuto, mi ha trasmesso la fiducia di poter parlare ai miei compagni, specialmente ai più giovani, cercando di aiutarli soprattutto nei momenti di difficoltà. In campo cerco di dare sempre il massimo, sapendo quali sono le mie caratteristiche, e nello spogliatoio cerco di aiutare: non sono uno che si mette a urlare o a prendere a calci, ma cerco di trasmettere sempre fiducia ai miei compagni".
Riprende parola Claudio Ranieri:
Non è soltanto un leader carismatico o tecnico, è diventato un leader in tutto e per tutto. Perché il leader si sente partecipe del bene della squadra, per cui io ho la fortuna di avere dei leader che si sentono partecipi delle sorti di una squadra. E tutto quello che fanno, lo fanno per il bene della squadra. Questo lui l'ha capito benissimo e lo sta portando avanti, così come altri suoi compagni
Domani può essere il giorno giusto per festeggiare i 200 gol in carriera?
Lo spero. Ovviamente sarebbe bellissimo raggiungere questa quota, ma l'importante è che, se succede, sia per passare il turno. Ok i gol, ma penso che domani la cosa più importante sia tornare a Roma con la qualificazione.
A parte Budapest, non hai mai segnato in trasferta in Europa con la Roma: è un caso, perché ti ha detto male quando avresti potuto fare gol? E poi: l'imminente - speriamo - convocazione con la nazionale argentina è uno stimolo in più per fare bene in Europa?
Non avevo fatto caso a questa cosa. Speriamo. Come ho detto prima, la cosa più importante è tornare a Roma con il passaggio del turno. Naturalmente, un attaccante vuole sempre aiutare la squadra segnando o facendo un assist, che è comunque importante. Ma in queste partite penso che uno debba essere meno egoista e pensare agli interessi della squadra.
E quanto alla nazionale, ancora non è uscita la lista ufficiale. Per noi argentini vestire la maglia della nazionale nella nostra terra è qualcosa di unico e ovviamente spero di poterci andare.
C'è un segreto alla base del tuo stato fisico?
Se è un segreto, se ne parlo non è più tale. Rimarrà un segreto. Stiamo lavorando bene. Sto cercando di trovare la cura, l'ho fatto per molto tempo, per qualcosa è andata meglio e per qualcun'altra no. Ma adesso spero di poter continuare così. Sto facendo dei lavori che fisicamente mi fanno sentire bene. Quindi sì, stiamo facendo alcune cose ma non le dico...
Interviene di nuovo l'allenatore Ranieri:
Ho la fortuna di avere a disposizione uno staff meraviglioso. Io sono soltanto la punta dell'iceberg, ma dietro di me c'è un nucleo di persone che lavora giorno e notte per cercare di far star bene i giocatori. E Paulo è uno di questi. Non c'è soltanto una persona ma uno staff intero che si relaziona con me: studiamo che tipo di recupero bisogna dare ai giocatori.
È tutto un insieme di componenti, non c'è un esercizio solo, altrimenti perché non l'avrebbe fatto prima? È un insieme di cose che permette ai calciatori di cercare di infortunarsi il meno possibile. Se non sbaglio, abbiamo tirato fuori la statistica della squadra con meno infortuni e si è subito fatto male Celik. E questo è un guaio. Però è il calcio: quando giochi tanto, rischi di avere piccoli guai. Mi auguro che siano solo delle piccole interruzioni e non ci sia mai un brutto infortunio.
Tu, Soulé e Paredes vi sentite un punto di riferimento per lo spogliatoio?
No, penso che, essendo argentini, conoscendoci da tanto tempo e condividendo tanti momenti, abbiamo tante somiglianze. Ma in questo gruppo ci sono tanti punti di riferimenti, tanti calciatori di esperienza che hanno giocato in grandi club e hanno vinto trofei importanti. In più, c'è gente che è qua da tanto tempo.
C'è un gruppo molto bello che adesso ha trovato un equilibrio in tanti aspetti, che sta portando avanti la squadra, composto anche da giocatori che hanno meno minutaggio, che subentrano nel secondo tempo. Non ci sono momenti di tensione tra noi, neanche in allenamento. Diamo tutto. Ognuno di noi a modo suo sta dando il proprio contributo molto importante per il gruppo, che fa la differenza nei momenti difficili".
Cosa ti aspetti dalla partita di domani? Che probabilità dai alla Roma, considerando il vantaggio dell'andata?
Penso che sia 50 e 50. Per noi è come se all'andata fosse finita 0-0. Veniamo qui a fare il nostro gioco, la nostra partita, senza pensare al vantaggio che abbiamo, perché potrebbe tornarci contro. Per quanto riguarda l'ambiente, sarà molto bello da vedere. Tanta gente mi ha parlato di questa squadra, di questa tifoseria, ma lo vedremo solo nei primi minuti perché dopo ci concentreremo sulla partita. Se non lo faremo, con i giocatori veloci che hanno loro, potremmo pagarla cara.
Cosa conosci del San Mamés e dell'Athletic Club?
Del San Mamés niente, è la prima volta che vengo qua. Le cose che so me le hanno raccontate, alcuni colleghi mi hanno parlato molto bene di questo stadio. Ho molta curiosità di giocare qua e di conoscere questa tifoseria. Ma quello che dobbiamo fare è concentrarci bene, perché se ci mettiamo a guardare in giro la pagheremo.
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