Cinema, all'asta 9 cinema della Capitale: un destino incerto nelle mani del mercato
Tra tutte le sale in vendita, spiccano l'Adriano e l'Atlantic, che sono tra le poche ancora operative
Sono nove i cinema storici di Roma venduti all'asta. Sette sono chiusi da tempo, mentre l'Adriano e l'Atlantic, sono due dei 41 rimasti in funzione. L'asta è stata avviata nel 2020 e il prossimo 15 novembre si conoscerà il futuro di queste sale. Attualmente sembrano interessati all'acquisto i componenti di un fondo internazionale con sede ad Amsterdam.
Cinema, per 9 sale base d'asta di 32milioni
Il lotto unico, che comprende nove cinema e due aziende cinematografiche, ha un prezzo base di 31,9 milioni di euro. L’asta, fissata per il 15 novembre 2024, sarà decisivo per capire quale futuro attende questi luoghi che hanno segnato la storia culturale di Roma. Si prevede che, per partecipare, sarà necessario rilanciare con incrementi minimi di 500mila euro.
Tra tutte le sale in vendita, spiccano l'Adriano e l'Atlantic, che sono tra le poche ancora operative. Le altre strutture, invece, giacciono chiuse da anni, molte delle quali vittime del degrado e dell’abbandono.
In 10 anni 101 le sale romane chiuse
L’Impero di Torpignattara, l’Avorio al Pigneto, l’Astra a Montesacro, l’Apollo dell’Esquilino, il Quirinale di via Nazionale, l’Augustus di corso Vittorio, l’Africa al Nomentano, il Labirinto, l’Airone all’Appio Latino, il Paris di via Magna Grecia, ed ancora il Quirinetta, il Capranichetta, il Gioiello, l’Ulisse, l’Empire, il Ritz, e tanti altri.
Questi numeri sono il risultato della dura crisi che i cinema stanno affrontando negli ultimi anni, che ha portato, nel decennio dal 2011 al 2021, alla chiusura di 101 sale, di cui 43 sono state completamente abbandonate e 53 hanno cambiato destinazione d'uso. Sale bingo, supermercati, centri scommesse. Tra questi, solo 5 sono stati restituiti alla cittadinanza come luoghi culturali.
L’Adriano, in particolare, è un monumento storico affacciato su piazza Cavour. La sua chiusura o trasformazione in spazi commerciali altererebbe profondamente il volto del quartiere e il suo legame con la cultura.
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