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Centro per senza dimora, momenti di tensione in assemblea

Titty Santoriello Indiano

Aggiornamento: 14 giu 2024

Comune e municipio vanno avanti nonostante il ricorso al Consiglio di Stato. Lo spazio a via Comisso all'Eur ospiterà il centro per persone senza fissa dimora, le associazioni ed altre aule del liceo Aristotele. Se alcuni cittadini si ribellano altri accolgono favorevolmente l'idea. Tra loro gli studenti:«Ok al progetto, basta strumentalizzazioni».


Centro per senza tetto all'euro
Assemblea pubblica. Credit Titti Di Salvo

«Il centro di accoglienza a via Comisso 23 si farà perché è un obbligo occuparsi delle persone più fragili». Ne è convinta la presidente del Municipio IX Titti Di Salvo nonostante abbia ricevuto ieri la comunicazione del ricorso al Consiglio di Stato presentato da alcuni cittadini che chiedono di bloccare il progetto.


Sempre ieri, 13 giugno, si è tenuta un’assemblea pubblica nell’aula consiliare del municipio dell'Eur dove l’assessora al sociale del comune Barbara Funari - con gli architetti del Dipartimento capitolino competente - ha spiegato alla cittadinanza i lavori previsti. Un’assemblea che ha avuto «momenti di tensione e qualche tono acceso» ammette Di Salvo con interventi che hanno espresso contrarietà alla realizzazione del centro ed altri, come gli studenti, che si sono detti favorevoli.


La situazione conflittuale perdura tanto che, dopo la prima assemblea pubblica di un anno fa e il ricorso al Tar, considerato  poi «inammissibile», ora alcuni cittadini si sono rivolti al Consiglio di Stato. Ma comune e municipio vanno avanti con un cronoprogramma che prevede 240 giorni di lavori, dall'affidamento, per completare il progetto definitivo e realizzare le opere.


Stazione di posta e miniappartamenti

L’operazione -  di 2,1 milioni di euro -  è  finanziata con i fondi del Pnrr e prevede, al piano terra dello stabile, la realizzazione di una Stazione di posta: un luogo dove chi non ha una casa potrà cenare, dormire e fare colazione. Al primo piano saranno costruiti mini appartamenti in cui potranno vivere dieci persone per un massimo di due anni ciascuna. «Questi spazi - come ha spiegato l’assessora municipale al sociale Luisa Laurelli - saranno destinati a chi è già uscito da una situazione emergenziale: chi ha trovato un lavoro che ancora non gli consente di pagare un l’affitto o chi sta affrontando un momento di difficoltà.


Spazi per le associazioni

L’edificio continuerà ad ospitare anche la Banca del Tempo, la Croce Rossa, l’associazione Il Tetto, il magazzino edile del Municipio, parte dell’archivio municipale e - dall’ingresso di via De Benedetti - tre aule del liceo Aristotele. Queste ultime diventeranno cinque in modo da consentire agli studenti di frequentare l’intero ciclo scolastico nello stesso luogo.

La restante parte, circa 500 metri, diventerà uno spazio pubblico a disposizione delle associazioni. «Per deciderne l’uso - ha annunciato Titti Di Salvo - ho proposto l’organizzazione di un Consiglio municipale tematico e l’istituzione di un Tavolo per avviare il percorso partecipativo».


Botta e risposta

Sono principalmente tre i motivi per cui alcuni cittadini sono contrari al progetto. Nel corso dell’assemblea hanno manifestato la paura che la presenza dei senza fissa dimora possa comportare problemi per la sicurezza del quartiere. «Ma non ci sono stati picchi di crimini quando nello stesso luogo c'era la casa di Heidi, progetto con le stesse finalità», obietta Di Salvo.


«Il centro non va bene perché è vicino alla scuola» e impatterebbe sulla sicurezza dei ragazzi e delle ragazze, dicono alcuni. Ma gli studenti - che sin dall’inizio hanno manifestato parere favorevole - non ci stanno e invitano tutti ad evitare strumentalizzazioni.


Altri cittadini hanno, invece, richiesto che in quello spazio torni la scuola, chiusa 18 anni fa. «Non abbiamo bisogno di una scuola perché ne abbiamo già una in parte vuota, servono spazi pubblici e sociali», sostiene la presidente. Preoccupazione anche per il tetto della struttura che l’amministrazione ha garantito di riqualificare. I cittadini hanno paura che non sarà così. «Bisogna per forza riqualificarlo nel suo complesso - spiega Di Salvo - perché oggi il tetto è un colabrodo e, come hanno spiegato gli architetti, l’impermealizzazione dovrà sanare l’intera struttura per risolvere il problema delle infiltrazioni d’acqua».


Secondo la presidente «quando sarà realizzato il progetto sarà diversa la percezione dei cittadini che oggi sono contrari perché si renderanno conto che avremo portato a casa un cambiamento positivo per il quartiere».

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