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  • Edoardo Iacolucci

Casal Lumbroso, a un mese dal rogo: "Aria irrespirabile. Ho dormito con stracci bagnati su naso e bocca"

L’incendio oltre ad aver bruciato molta vegetazione ha interessato un capannone industriale. Come segnalato da «Arpa» i valori di diossina nell’aria sono stati per vari giorni superiori alla norma. L'aria, ad un mese, ancora odora fortemente di fumo: «Irrespirabile»

un mese dopo l'incendio a Casal Lumbroso, via Neper
Un mese dopo l'incendio a Casal Lumbroso, via Neper (La Capitale)

A quasi un mese di distanza in molte aree di Casal Lumbroso, ampio quartiere a Sud-Ovest della Capitale, l’aria è ancora impregnata dei fumi del grande incendio divampato il 17 luglio scorso.


Ma in questa zona, i roghi - più o meno vasti - non sembrano essere una novità: «Ogni anno qui c'è una situazione di incendi tremenda – spiega Antonella Poeta, residente da decenni qui in via Fibonacci, una delle strade colpite lo scorso luglio dalle alte fiamme -. Una situazione che prescinde dal pulire o non pulire. Per la maggior parte sono incendi dolosi – osserva Antonella Poeta-, che poi con vento purtroppo caldo arriva allo stremo, a queste conclusioni…».

Antonella Poeta, residente a Casal Lumbroso (La Capitale)
Antonella Poeta, residente a Casal Lumbroso (La Capitale)

Dopo il primo incendio, che c'è stato ormai quasi un mese fa «l'aria è ancora irrespirabile – fa notare sconsolata la donna -. La notte quando c'è umidità è tremendo. Quindi, se uno ha l'aria condizionata, va bene. Io ho una madre anziana a letto, è inferma – racconta ancora-. Fortunatamente nella sua stanza non c'è cattivo odore. Però io per dieci giorni ho dormito con uno straccio bagnato, naso e bocca: sono stata afona, praticamente».





Il capannone andato in fiamme in via Neper lo scorso 17 luglio
Il capannone andato in fiamme in via Neper lo scorso 17 luglio (La Capitale)

L’incendio oltre ad aver bruciato molta vegetazione e aree verdi tra via Fibonacci, via del Casal Lumbroso e via Francesco Giacomo Tricomi, ha interessato un capannone industriale in via Giovanni Neper. All'interno materiali plastichi, solventi, vernici. Qui, come segnalato dall’Arpa (Agenzia regionale protezione Ambiente), i valori di diossina nell’aria sono stati per vari giorni superiori alla norma.

I residenti ,infatti, dai primi istanti avevano lasciato le proprie abitazioni e chiuso le finestre per l'aria da subito irrespirabile.



Gli effetti del rogo su una parte dei circa 7 chilometri quadrati interessati (La Capitale)
Gli effetti del rogo su una parte delle aree andate a fuoco (La Capitale)

Secondo Antonella, che da 50 anni frequenta queste zone, sarebbe necessaria un po' di prevenzione, un po' di attenzione «e probabilmente, anche se sono bravissimi, più passaggi della Protezione civile, dei carabinieri, della polizia, perché è un attimo che un piccolo rogo diventi un inferno».

 

Anche ieri i residenti di Casal Lumbroso si sono spaventati, del vicino incendio nato in via Rifredi e poi sviluppatosi velocemente fino a via del Fosso della Magliana, la Pisana e poi ancora al Grande Raccordo Anulare : «Abbiamo avuto l'ennesimo incendio qua, col terrore che il vento lo portasse da noi. Ed effettivamente è successo, ha preso una parte di sterpaglie. Qui è stata sempre campagna, quindi il pericolo di incendio c'è sempre stato, però è anche vero che negli ultimi anni è frequentissimo e - conclude Antonella -, sicuramente o c'è la mano dell'uomo o la sua disattenzione, chiamiamola come vogliamo...».

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