Casal del Marmo, dopo la denuncia di Gaia Tortora, il Papa: «Farò tutto ciò che potrò»
L’impegno di Papa Francesco per i diritti e la dignità dei detenuti rimane al centro del suo pontificato, con un’attenzione costante verso i più vulnerabili. Il caso di Casal del Marmo rappresenta un ulteriore esempio di questo percorso di umanità e solidarietà
«Quelle parole, "manca l'umanità" ci fanno riflettere. Quel "Casal del Marmo esplode" fa soffrire».
Con queste parole, Papa Francesco ha risposto alla giornalista Gaia Tortora, che ha denunciato sul suo profilo X le condizioni drammatiche e disumane del carcere minorile romano di Casal del Marmo e poi ha pubblicato la lettera del pontefice con un «grazie».
La denuncia di Gaia Tortora: «Va chiuso. Così non ha senso»
Gaia Tortora, vicedirettrice del Tg La7, dopo la sua visita il 23 dicembre scorso al penitenziario minorile ha riportato i gravi problemi all’interno dell’istituto: «Appena uscita dal minorile di Casal del Marmo ho verificato condizioni vergognose. Carenze di igiene. Mancanza di stanze riscaldate. Sporcizia. Prima di parlare di Ungheria fateci un giretto. Va chiuso. Così non ha senso»
Una situazione «vergognosa» che ha portato il Papa a scriverle: «Prego e farò tutto quello che potrò».
Casal del Marmo, un luogo simbolico per Papa Francesco
Il carcere di Casal del Marmo non è un posto qualsiasi per il Pontefice. Lo ha visitato per due volte in occasione della Messa in Coena Domini del Giovedì Santo, nel 2013 e dieci anni dopo, nel 2023.
Visite durante le quale Papa Francesco ha lavato i piedi ai giovani detenuti: «Ognuno di noi può scivolare, ognuno di noi. E questa coscienza, questa certezza che ognuno di noi può scivolare è quello che ci dà la dignità - ascoltate la parola - la 'dignità' di essere peccatori» aveva detto proprio Francesco in una delle sue omelie. Al centro, il valore della dignità umana.
L’impegno costante del Papa per i detenuti
La lettera inviata alla giornalista si inserisce in un percorso continuo di attenzione verso il mondo carcerario. Proprio il 26 dicembre, Papa Francesco ha aperto una Porta Santa del Giubileo all’interno del carcere di Rebibbia, per la prima volta nella storia in un penitenziario. Ai detenuti del carcere romano ha ricordato: «Non perdere la speranza».
Azioni concrete e appelli globali
Le sollecitazioni di Papa Francesco trovano spesso riscontro in azioni tangibili.
Un esempio significativo è il suo invito, l’8 dicembre, durante l’Angelus dell’Immacolata, a pregare per i prigionieri in attesa di esecuzione negli Stati Uniti.
Questo intervento ha anticipato di pochi giorni la decisione annunciata dalla Casa Bianca il 23 dicembre, con cui è stata concessa la grazia a 37 persone condannate a morte.
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