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  • Rebecca Manganaro

Carceri minorili, da Casal del Marmo un appello per chiuderle. Ilaria Cucchi: «Troppe cose devono cambiare»

L'appello «Chiudiamo le carceri minorili» dei rappresentati di istituzioni e associazioni che si occupano di diritti umani. Oggi, mercoledì 2 ottobre, si è svolta la conferenza stampa davanti al carcere minorile di Casal del Marmo

«Chiudere le carceri minorili», l'appello di istituzioni e associazioni che si occupano di diritti umani (La Capitale)
«Chiudere le carceri minorili», l'appello di istituzioni e associazioni che si occupano di diritti umani (La Capitale)

«Chiudere le carceri minorili», è quello che chiedono con un appello alcuni rappresentanti di istituzioni e associazioni che si occupano di diritti umani. Oggi, mercoledì 2 ottobre, si è svolta la conferenza stampa davanti al carcere minorile di Casal del Marmo.


«Chiediamo di mettere all'ordine del giorno, nelle aule parlamentari, il tema urgente della chiusura delle carceri minorili, da sostituire con percorsi alternativi incentrati sui ragazzi e le ragazze e non sulla cancellazione del loro presente e del loro futuro», dichiara Francesca Ghirra, deputata, di Alleanza verdi sinistra (Avs).


In Italia sono 570 i ragazzi reclusi negli Ipm (Istituti penali per minorenni), e questo è il numero più alto mai registrato. Dall'insediamento dell'attuale governo nell'ottobre 2022, le presenze nelle carceri minorili sono aumentate di quasi il 50 per cento. Così come il numero record è quello degli ingressi nelle minorili: 889 fino ad oggi.


Il decreto Caivano

«Questo governo crea detenuti tramite delle leggi, come il decreto Caivano che va a incrementare la presenza carceraria di minorenni e di persone che hanno superato da poco la maggiore età» afferma Andrea Catarci, assessore capitolino alle Politiche del Personale.

Il decreto Caivano ha, infatti, reso più facile il trasferimento dei ragazzi che hanno compiuto la maggiore età a un carcere per adulti, misura spesso applicata per problemi di sovraffollamento o per gestire situazioni problematiche. Questo, però, va a interrompere un percorso educativo e rende più difficile la reintegrazione sociale dei giovani detenuti. «Pensiamo che sia necessario chiudere queste strutture - continua l'assessore - perché i ragazzi devono essere seguiti e incamerati dentro percorsi di riabilitazione, che non sono presenti dentro queste mura. La carcerazione e le celle non possono essere normalità - conclude l'assessore».


Sovraffollamento anche negli istituti minorili

«Il piano del governo Meloni non ha fatto altro che portare il tema del sovraffolamento della popolazione carceraria anche negli istituti minorili», afferma Claudio Marotta, consigliere regionale Avs del Lazio. «Questo - aggiunge - è un dato che fino ad oggi non avevamo riscontrato. Oggi le 17 strutture presenti in tutto il Paese, e purtroppo anche questa di Roma - continua Marotta -, accolgono più detenuti rispetto alle capienze previste dagli istituti stessi».



Numerose le proteste a Casal del Marmo

Il carcere minorile di Casal del Marmo, in via Barellai 140, è una delle poche strutture italiane che ospita ragazzi e ragazze detenuti, suddivisi in diverse palazzine. All'interno dell'istituto, nell'ultimo anno, si sono svolte numerose proteste: incendi nelle celle, dissenso sugli alimenti e sull'esclusione dai progetti riabilitativi. Addirittura un ragazzo è finito in ospedale dopo aver ingerito del vetro durante una protesta avvenuta l'11 settembre scorso.


Ilaria Cucchi: «Mio fratello Stefano è morto di pregiudizio»

Ieri Ilaria Cucchi, nel giorno del compleanno di suo fratello Stefano, ha espresso amarezza rispetto alle decisioni politiche in materia di carceri. «Troppe cose dovrebbero cambiare nella nostra società - dice la senatrice a La Capitale-, io voglio ricordare che mio fratello Stefano è morto soprattutto di pregiudizio». Sono stati fatti lunghi anni di battaglie dentro e fuori le aule di giustizia, «sembrava esser arrivati ad un punto di svolta - continua Cucchi- e sicuramente abbiamo ottenuto verità e giustizia, però oggi guardandosi indietro ci si rende conto che è stato fatto davvero tanto poco». Le carceri esplodono e il concetto del rispetto dei diritti umani all'interno di queste strutture «non è ormai nemmeno contemplato, in una realtà che vede come vittime sia i detenuti che gli agenti. Abbiamo un governo che anziché svuotare le carceri - conclude - continua a sfornare leggi e decreti che sono destinati a riempirle di più».


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